Lo [url”Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare”]http://www.farmaceuticomilitare.it/index.aspx?AspxAutoDetectCookieSupport=1[/url] di Firenze sarebbe pronto ad assegnare ben 400 metri quadri di spazio da destinare alla coltivazione della marijuana terapeutica e arrivare finalmente a produrre farmaci cannabinoidi in Italia. E’ quanto ha recentemente dichiarato Domenico Cotroneo, rappresentante sindacale del SCFM, chiedendo alle istituzioni una soluzione rapida e definitiva che agevoli tutti i pazienti bisognosi di questa terapia.
Attualmente i farmaci cannabinoidi, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nella cura di molte patologie, sono importati dall’estero: l’Olanda, in particolare, gestisce la produzione e la distribuzione di questi medicinali, rendendo il costo inaccessibile per molti malati. Una fiala, come osservato da Cotroneo, può arrivare a costare ben 700 euro, ma se si riuscisse ad attivare la produzione all’interno del territorio italiano, il costo sarebbe sensibilmente inferiore.
È necessario però che il Ministero della Salute e quello della Difesa si attivino al più presto per emanare una legge quadro che – a differenza di quanto accaduto a livello regionale fino ad ora – sia chiara ed uniforme per tutto il Paese, affinchè si possa dare finalmente il via libera all’Istituto Farmaceutico Militare di coltivare e produrre farmaci a base di cannabis medica. Lo Stabilimento, più di qualsiasi altro centro di ricerca o casa farmaceutica, è da sempre al servizio delle Istituzioni e della collettività, e garantirebbe serietà, rigidi controlli della produzione ed equa distribuzione dei farmaci. Assieme ai medicinali orfani, ovvero quei farmaci destinati alla cura delle malattie rare e quindi non reperibili sul mercato a causa della domanda insufficiente a coprire i costi di produzione, anche i cannabinoidi potrebbero aiutare tutti i malati di cancro, di SLA o di altre malattie meno considerate come la [url”Sindrome di Tourette”]http://www.royalqueenseeds.it/blog-l-uso-medico-della-marijuana-per-curare-la-sindrome-di-tourette–n64[/url].
Secondo Cotroneo, è divenuto ormai necessario sfruttare le competenze e le garanzie certificate dello Stabilimento, dove ogni giorno arrivano circa 20 lettere di richiesta da parte dei malati e delle loro famiglie che chiedono all’Istituto di produrre questi farmaci cannabinoidi.
Il motivo principale che determina questa lungaggine burocratica dei ministri interessati alla questione è di natura culturale: mentre in altri paesi esteri, come [url”ad esempio l’Uruguay”]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=57629&typeb=0&cannabis-liberalizzata-in-Uruguay-arriva-la-nuova-legge[/url], la cannabis è stata legalizzata anche per scopi ricreativi, il nostro Paese ancora stenta ad avere fiducia o ad accettare l’uso della marijuana per fini terapeutici, nonostante la ricerca scientifica sia ampiamente favorevole a tali terapie.
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