Non profit: il Tennis Club Parioli lo paga l'Imu?

L’accusa del sociologo Giovanni Moro sulla regolamentazione del terzo settore: ci sono associazioni che hanno sgravi fiscali ma non fanno attività sociali di interesse generale.

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21 Marzo 2014 - 19.46


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“L’organizzazione di una gita turistica non ha lo stesso valore della gestione di una mensa per poveri”. Ecco perché è necessario “riordinare il Terzo Settore”, all’interno del quale “si fanno tante cose ma si discute pochissimo” e c’è il rischio che “un circolo di tennis abbia gli stessi sgravi fiscali di un’associazione che assiste i malati terminali” visto che “le associazioni vengono prese in esame non per quello che fanno, ma soltanto per le forme giuridiche”. E’ l’accusa mossa da Giovanni Moro, figlio dello statista Aldo Moro e presidente del think tank non profit sui temi della cittadinanza Fondaca, durante la presentazione del suo ultimo libro “Contro il non profit” (Laterza) che si è tenuta ieri alla sede del Cesvot a Firenze, il Centro servizi volontariato toscano.

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“Senza controlli sulle attività realmente svolte dalle onlus – ha detto Moro – succede che nel mondo del terzo settore finiscano anche gli enti previdenziali dei dentisti, dei medici, le università private e le fondazioni bancarie: un magma informe dove convivono realtà completamente diverse”. “Se non distinguiamo le associazioni all’interno di questo magma – ha detto Moro – rischiamo di dare benefici a chi non ne ha diritto e invece negarli a chi fa attività della massima attività sociale”. A finire sotto accusa nel corso del dibattito, a titolo esemplificativo, è stato il Tennis Club Parioli di Roma: “Quel circolo non paga l’Imu in quanto riconosciuto come ente del terzo settore – ha spiegato Moro – eppure non ha una grande connessione con i temi sociali di interesse generale come tante altre onlus. Addirittura quando proviamo a varcare l’ingresso del circolo, rischiamo di essere cacciati perché non siamo soci”. ha aggiunto con una punta d’ironia Moro.

All’incontro, moderato dal direttore di Vita Riccardo Bonacina, hanno partecipato anche il presidente del Cesvot Federico Gelli e la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi. “È necessario uno sforzo politico – ha detto Saccardi – per riuscire a distinguere il profit dal non profit, compito non sempre semplice visto che all’interno del Terzo Settore si muovono tantissime realtà, alcune delle quali molto lontane dai principi del volontariato”. Il presidente del Cesvot Federico Gelli, anche deputato Pd, ha ribadito l’impegno parlamentare per superare questa ambiguità nel terzo settore: “Dobbiamo costruire le basi per il futuro attraverso interventi legislativi che possano tutelare e valorizzare chi si occupa veramente di volontariato”.

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