Porno ricatti: la spy story su Berlusconi
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Porno ricatti: la spy story su Berlusconi

Le rivelazioni emerse dalle indagini su Lavitola richiamano le allusioni di Fabrizio Corona sui video in possesso della Camorra.

Porno ricatti: la spy story su Berlusconi
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20 Dicembre 2013 - 23.56


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Una spy story in piena regola, probabilmente fatta di ricatti, pressioni e gestita da faccendieri o singoli apparati dello Stato “deviati” che potrebbero aver tentato di fare soldi e carriera sui vizi sessuali di Silvio Berlusconi.

Le rivelazioni dell’imprenditore amico di Valter Lavitola hanno riaperto un tormentone che dura da molto tempo e che, se fosse confermato anche in minima parte, dimostrerebbe ancor di più il torbido clima a metà tra prostituzione e affari che ha contraddistinto gli anni del berlusconismo. La storia dei filmini porno, infatti, non è altro che l’ultima rivelazione (o presunta tale) su una circostanza di cui, tra allusioni e mezze verità, si parla da molto tempo.

Come? Tra i primi c’era stato il fotografo dei vip Fabrizio Corona, il quale nel febbraio del 2011 aveva detto a chiare lettere che la Camorra era in possesso del materiale scottante sull’ex premier: “A Napoli sono arrivati emissari di un importante settimanale nazionale per comprare dalla malavita le foto di Berlusconi nudo”, aveva detto durante un’intervista.

Poco dopo, il fotografo aveva denunciato un furto nel suo studio. E cosa cercavano i ladri? Proprio delle immagini compromettenti per Berlusconi. “Non hanno preso nient’altro, nemmeno i soldi”, aveva sottolineato Corona. “Da quando si dice che ho delle foto scottanti io non vivo più. Quello che ho subito non è un furto, chi è entrato nella mia agenzia cercava foto di Berlusconi nudo”. “Non è un caso – aveva aggiunto – che chi è entrato nella mia agenzia abbia lasciato soldi e assegni e si sia portato via l’archivio segreto e gli hard disk”.

Il dato che, a quasi tre anni da queste dichiarazioni, fa più pensare è che gran parte del materiale compromettente sul Cavaliere sia in mano alle cosche malavitose (come ha denunciato Corona) e che, adesso, un fidato amico di Lavitola, tale Angelo Capriotti, riveli ai pm che l’ex direttore dell’Avanti fosse solito filmare Berlusconi nel suo harem circondato dalle famose “Olgettine”. Le allusioni di tre anni fa non possono essere ignorate oggi: Corona ha detto per mesi che le foto erano in mano alla Camorra e adesso salta fuori che l’archivio è stato gestito per tutto questo tempo da Lavitola. Due più due fa sempre quattro?

La trama della spy story si fa sempre più fitta se si pensa, poi, alle parole dette a “Servizio pubblico” dall’ex senatore Sergio De Gregorio, amico di Valter Lavitola e convinto a suon di milioni di euro a partecipare alla caduta del governo Prodi passando dalla parte del Cavaliere, aveva raccontato di come i servizi segreti, in particolare uomini dell’ex Sismi, avessero intercettato alcune “donnine” che parlavano allegramente e con dovizia di particolari delle feste in casa Berlusconi, dandone una descrizione assai più vicina a “Sodoma e Gomorra” che alle famose “cene eleganti” di cui spesso ha parlato l’ex premier.

Tutti misteri a cui si aggiunge anche la vicenda a oggi mai davvero chiarita del rapimento lampo del ragionier Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore del Cavaliere e noto alle cronache per i pagamenti alle Olgettine. Il contabile è stato aggredito, a metà ottobre del 2012, in casa sua, e minacciato per tutta la notte da un gruppo di persone che chiedeva all’ex premier – tramite, appunto, il suo cassiere – 35 milioni di euro. Questa la cifra, infatti, chiesta “in cambio di documentazione utile all’ex presidente del Consiglio nel processo sul Lodo Mondadori, in grado di ribaltare la sentenza civile d’Appello”.

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