Spese folli in Emilia-Romagna: il primo rinvio a giudizio

La Procura di Bologna ha chiesto il processo per l'ex capogruppo Idv, Paolo Nanni, e per sua figlia Olimpia, che aveva assunto come collaboratrice.

Spese folli in Emilia-Romagna: il primo rinvio a giudizio
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18 Novembre 2013 - 18.40


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di Claudio Visani

Arrivano gli avvisi di fine indagine e il primo rinvio a giudizio per le “spese folli” dei consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna e del Piemonte. La Procura di Bologna ha chiesto il processo per l’ex capogruppo e unico consigliere dell’Italia dei Valori nella scorsa legislatura, Paolo Nanni, e per sua figlia Olimpia, che il politico, oggi nel gruppo misto della Provincia, aveva pensato bene di assumere come collaboratrice.

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Per Nanni l’accusa è di peculato e truffa. Avrebbe utilizzato il finanziamento pubblico di 277.792 euro destinato alle iniziative politico-istituzionali del suo gruppo per scopi personali. L’inchiesta, affidata al pm Antonella Scandellari, era nata da un esposto dell’ex coordinatore bolognese dei dipietristi, Domenico Morace, che lasciò l’Idv denunciando la “gestione anomala” dei fondi regionali ricevuti dal gruppo tra il 2005 e il 2010 (circa 450mila euro).

Secondo quanto è stato ricostruito dalla Guardia di Finanza, Nanni avrebbe chiesto rimborsi per convegni mai fatti e per inesistenti incontri istituzionali per giustificare, in realtà, le sue spese personali e di partito in bar e ristoranti. Avrebbe inoltre acquistato marche da bollo per 6.500 euro senza giustificato motivo e libri per quasi 1.800 euro destinati non ad accrescere la cultura del gruppo bensì all’aggiornamento del genero avvocato. Tra le altre spese contestate ci sono ricevute per alberghi, taxi e regali.

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La Procura bolognese ha inoltre inviato gli avvisi di fine indagine, che di solito preludono la richiesta di rinvio a giudizio, per l’uso dei rimborsi elettorali da parte della Lega Nord, inchiesta partita dalle denunce fatte da ex esponenti bolognesi e reggiani del Carroccio che coinvolge il vicepresidente della Provincia di Piacenza, Maurizio Parma, ex capogruppo in Regione, e i candidati alle regionali del 2010 Marco Mambelli e Luigi Pasquini.

Per le spese private pagate con i soldi pubblici in Piemonte, intanto, la Procura avrebbe pronti una quarantina di avvisi di fine indagini. Tra i destinatari ci sarebbero anche il presidente della Regione, Roberto Cota, e il presidente del consiglio regionale, Valerio Cattaneo. Nel campionario ci sono cene al ristorante, viaggi, hotel, borse griffate, lingerie, tv, perfino un tagliaerba, alcuni elettrodomestici, calze e mutande. Anche l’uso del solarium e il costo della colf sono finite nelle note spese dei consiglieri regionali dei gruppi di maggioranza: quasi tutti i componenti del Pdl e tutti i leghisti. Si sarebbero invece “salvati” i consiglieri di opposizione: quasi tutti quelli del Pd e due dei Cinquestelle.

 
Per tutti l’accusa è peculato. Il governatore è stato indagato per cene e pranzi per oltre 20mila euro (circa 500 meuro al mese) non considerate dagli inquirenti con finalità istituzionali.

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L’inchiesta della Procura di Torino era partita nel 2012 e aveva inizialmente portato a iscrivere nel registro degli indagati con l’accusa di peculato ben 56 consiglieri piemontesi su 60, per scontrini che ammontavano complessivamente a 1 milione e 850 mila euro.

Intanto a sostegno del governatore dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani, tirato in ballo dal Corriere di Bologna per una storia di rimborsi chilometrici limitatamente alla sua attività di consigliere regionale, sono intervenuti il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, e il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio.

Da Epifani arriva il sostegno all’azione della magistratura, ma guai – dice il segretario – a mettere in discussione l’autonomia delle Regioni e i risultati ottenuti dall’Emilia Romagna e dal presidente Errani. Epifani riconosce tuttavia che “le inchieste giudiziarie che coinvolgono la maggior parte delle Regioni italiane stanno determinando inquietudine, problemi e anche sconcerto nell’opinione pubblica”.

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“Sono sicuro che il presidente Errani sarà il primo a collaborare come è nel suo stile”, scrive invece Delrio. Che poi aggiunge: “I dirigenti politici di questa regione hanno per primi cercato trasparenza e sono esempi di amministratori di limpida dedizione al bene comune. La magistratura deve fare il suo lavoro con il nostro pieno sostegno. Lo stesso sostegno e la stessa stima che portiamo alla storia presente e passata dell’amministrazione dell’Emilia-Romagna”.

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