“La mia è stata una scelta di principio, ma non mi sarei mai aspettato così tanto affetto da parte della gente. Il gioco d’azzardo è una piaga sociale che coinvolge moltissime famiglie”. Lucio Gionti, il titolare del bar del Kassaro di Palermo, si dice contento e frastornato dopo che oggi, alla fiera ‘Fa la cosa giusta! Sicilia’ ha ricevuto dal sindaco Orlando una targa come premio per essersi rifiutato di introdurre delle slot machine nel proprio bar.
“Le slot machine sono veicoli di infiltrazioni mafiose, la mia è stata una decisine naturale, ho scelto di dire no a pizzo in tempi non sospetti – aggiunge Gionti – per me e’ inconcepibile lucrare sulle disgrazie altrui. Sono consapevole del fatto che molti miei colleghi hanno fatto la scelta opposta, chi per incrementare i propri introiti e chi semplicemente per leggerezza. A me spiace soprattutto che si sia persa la dimensione sociale e comunitaria del gioco, in fondo così si investe anche sulla qualità della clientela del proprio bar”.
La scelta di Gionti si inserisce all’interno di un movimento nazionale ‘no slot’ che oggi conta circa 80 organizzazioni e associazioni, come spiega uno dei sostenitori della campagna presenti alla fiera, Leonardo Becchetti, docente di Economia all’università Tor Vergata di Roma: “Con l’adesione della città di Palermo che oggi si aggiunge a quelle di Brescia, Biella e altri Comuni siciliani, siamo arrivati a dieci città no slot, contiamo di arrivare a 100 entro maggio e di organizzare al termine una grande manifestazione nazionale a Roma”