Papa Francesco e il re di Giordania hanno riservato «speciale attenzione alla tragica situazione in cui versa la Siria», «è stato riaffermato che la via del dialogo e della negoziazione fra tutti i componenti della società siriana, con il sostegno della comunità internazionale, è l’unica opzione per porre fine al conflitto».
Nel corso dei «cordiali colloqui», rende noto un bollettino della sala stampa vaticana, «sono stati passati in rassegna alcuni temi di comune interesse, soprattutto la promozione della pace e della stabilità nel Medio Oriente, con particolare riferimento alla ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi e alla questione di Gerusalemme».
«L’intervento militare è tremendo: speriamo che la voce dalla ragione prevalga e che la crisi siriana trovi una soluzione politica», ha dichiarato a Radio vaticana monsignor Maroun Lahham, arcivescovo vicario patriarcale per la Giordania del patriarcato latino di Gerusalemme.
«La violenza genera sempre violenza», premette il prelato per il quale «a questo interesse da parte degli Stati Uniti o dell’Europa per i diritti dell’uomo e per la difesa dei più deboli nessuno crede. Tutti cercano i loro interessi politici ed economici e siccome nessuno crede alla loro buona volontà, non vogliamo che questa volontà di guerra sia applicata in Siria».
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