Se hai visto “Mi manda Picone”, mitico film di Nanni Loy con Giannini e la Sastri, entrare al Pronto soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli ti fa pensare e ripensare. Barelle ovunque, con sopra pazienti malfermi e in precaria attesa. Barelle che ti sfrecciano davanti come spericolate auto, così come potresti vederli fuori, entrando sui nastri d’asfalto che circondano la città e si incuneano tra i palazzi della città.
«Qui, capita che arrivino contemporaneamente sette ambulanze», raccontano i temprati medici del “Cardarelli”, la struttura sanitaria più grande del Sud d’Italia. Sembra di essere in guerra, il Pronto Soccorso come un ospedale da campo. Il linoleum dello stanzone è consumato. Sulle barelle, si aspetta pazientemente. C’è chi se ne sta in silenzio, perché paziente o sofferente, c’é chi strepita, chi si lamenta. Uomini e donne, uno spaccato di Napoli.
Accade di tutto: una donna maltrattata che arriva dai “bassi”, una suora anziana, un vecchietto ipocondriaco. E poi, due giovani con fratture e varie lesioni. Ecco, loro appartengono ad una categoria speciale, a parte. Sono “quelli delle buche”, le vittime delle buche, delle disastrate arterie della città. A Napoli è stata aperta una inchiesta. Il sindaco, indagato, è stato sentito dai magistrati Torniamo alle vittime delle buche di Napoli. Rosario è caduto sulla centralissima Via Marina: andava al lavoro con il motorino . «Sembra una gruviera – dice Rosario – sono scivolato dentro … era profonda e piena d’acqua … È pericolosissimo per i motociclisti girare a Napoli….».
Ciro si dice “incazzato”: «Le buche? Mi fa schifo questa situazione! Ora dovrò stare fermo per molto tempo, con la gamba fratturata…».
La responsabile del Pronto Soccorso governa con sicurezza e calma questa situazione incredibile.
Non serve disperarsi per le condizioni di lavoro, è primario dare risposte a questa umanità che ansima, soffre. Si chiama Fiorella Palladino, guardo severo, un carattere di ferro temprato nella trincea del Cardarelli. «Siamo l’unico pronto soccorso della città che non manda mai via i pazienti – dice Fiorella, “medico di guerra” in una delle città più belle del mondo – Li mettiamo ovunque, dove possiamo, ma non diciamo mai di no… Diciamocelo, siamo molto bravi… qui é una catena di montaggio, ma anche una grande opportunità di crescita professionale».
Lo stanzone continua ad agitarsi di uomini e donne che chiedono aiuto, sembra una stazione nell’ora di punta. Nonostante il caos e quelle maledette buche che mietono vittime dal mattino alla sera, la dottoressa Fiorella per darsi animo cerca un attimo di leggerezza. Quella leggerezza che è parentesi in una giornata di inferno, che serve per andare avanti con l’energia necessaria. E Fiorella ci racconta dei tanti che “precipitano” nelle buche di Napoli. Non conferma il dato diffuso recentemente dal Mattino, che a Napoli un ricovero su tre é causato dal dissesto del manto stradale.
“Sì, il numero dei politraumatizzati che arriva al nostro Pronto Soccorso per buche, manto stradale dissestato e sanpietrini divelti èdavvero alto” ,dice la dottoressa – Feriti che a volte non se la cavano soltanto con una ingessatura. C’é chi finisce in medicina d’urgenza e anche in sala operatoria, nelle mani dei neurochirurghi. Su Fb c’é una pagina, “Vedi Napoli e cadi”, che raccoglie segnalazioni e testimonianze. E un fotografo molto noto in città, per provocare, ha messo in campo la teatralità che é propria dei napoletani. Lui é Augusto De Luca, e mazza da golf alla mano, le buche in strada le usa per giocarci a golf. Fortuna che Napoli sia anche questa.
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