Femminicidio, una vittima contro l'opera scandalo di Ancona
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Femminicidio, una vittima contro l'opera scandalo di Ancona

'Violata' è la statua di bronzo, di cui le donne chiedono la rimozione, perché definiscono un tentativo non riuscito<br> e osceno di combattere la violenza contro le donne.

Femminicidio, una vittima contro l'opera scandalo di Ancona
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7 Aprile 2013 - 12.45


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La violenza contro le donne non si combatte con una statua. La pensa così Francesca Baleani, la
donna che il 4 luglio del 2006, a Macerata, fu quasi strangolata
con un filo del telefono dall’ex marito Bruno Carletti, che poi
la infilò svenuta in un sacco per indumenti da teatro e la
gettò in un cassonetto. A salvarla fu un ragazzo che senti’ i
suoi lamenti.

”L’unico modo per prendersi cura di
quella donna nuda in mezzo alla strada è coprirla, e io stessa
lo farò quando capiterò ad Ancona”.
Oggi è fra le donne che vorrebbero veder sparire
dal centro di Ancona ‘Violata’, la statua di bronzo
verde-azzurro a grandezza naturale, che lo sculture Floriano
Ippoliti ha realizzato su incarico della Commissione regionale
per le pari opportunità come monito contro la violenza sulle
donne.

Alcune donne hanno coperto la statua, una specie di top model dalla
”formosità esasperata”, con gli abiti strappati nei punti
giusti – chi un accappatoio chi un telo bianco. Francesca spiega di aver
apprezzato l’idea di altre donne ed è
fra le mille firmatarie di una petizione per la rimozione di
un’opera che le sembra ”oscena”, un tentativo ”non riuscito”
di affrontare un tema certo difficile da trattare in forma
artistica. Il dramma lei l’ha vissuto in prima persona, e sa di
cosa si sta parlando. L’ex marito intanto, già direttore
artistico dell’Arena Sferisterio di Macerata, sconta una
condanna definitiva a nove anni e 4 mesi.

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