No Tav, il giorno della manifestazione e della visita dei deputati

Oggi la manifestazione di Difendi il tuo futuro, in opposizione alla linea Torino-Lione. I grillini sono entrati nel cantiere. Chiesta commissione d'inchiesta.

No Tav, il giorno della manifestazione e della visita dei deputati
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23 Marzo 2013 - 09.36


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È in corso la manifestazione no-Tav franco-italiana “Difendi il tuo futuro”, alla quale hanno partecipato anche un centinaio di parlamentari, tra cui 76 grillini e altri del Sel, che avevano detto ieri di voler ispezionare il cantiere malgrado le raccomandazioni del presidente del Senato, il quale ha detto a Crimi: sarà «una normale “visita” consentita dai responsabili del cantiere e soggetta alle basilari norme di sicurezza».

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Ieri Laura Boldrini, presidente della Camera: «Non c’è potere ispettivo dei deputati», in risposta alla questione sollevata dagli onorevoli Pd Silvia Fregolent e Stefano Esposito. Spetterà alla società Ltf decidere. .

Presenti fra i parlamentari non solo i grillini, ma anche altre forze politiche, fra cui Giorgio Airaudo, di Sel. «La lotta alla Tav non è di nessun partito» ha infatti chiarito. A margine della visita al cantiere, l’ex responsabile nazionale auto per la Fiom ha dichiarato: «A me questo ultimo Bersani piace molto. Penso che Bersani faccia bene a provare a formare un governo, perché bisogna cambiare da subito, qui ed ora. In questo gli amici cinque stelle sono eccessivamente diffidenti».

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Ore 19.05 – Il comizio finale a Bussoleno ha concluso il grande corteo contro la Torino-Lione. La pioggia, caduta copiosa da metà pomeriggio, non ha scoraggiato la partecipazione e sono migliaia le persone che hanno deciso di affrontare la camminata di otto chilometri per dire ancora una volta un corale “no” al progetto dell’alta velocità. Secondo gli organizzatori hanno partecipato 80mila persone, provenienti da ogni parte d’Italia. Nel comizio finale sono saliti sul palco i leader di più forze politiche: da Marco Scibona, deputato No Tav del Movimento 5 stelle, a Giorgio Airaudo di Sel. Per Alberto Perino, uno del leader del movimento contro l’alta velocità, «i No Tav in Parlamento sono solo un’arma in più, ma le battaglie si vincono in Clarea e con le manifestazioni».

Ore 17.05 – «Siamo almeno 80 mila, il movimento continua a crescere, è forse la più grande manifestazione degli ultimi tempi». Così gli organizzatori della marcia No tav che si sta snodando, nonostante la pioggia battente, lungo gli otto chilometri che separano Susa da Bussoleno.

Ore 16.24– In un traffico di passeggini e biciclette, fra trattori mascherati in migliaia si srotolano negli otto chilometri che separano Susa da Bussoleno. I no tav, ma non solo: i disoccupati, i cassaintegrati, i delusi. La marcia è il luogo per unire la frustrazione dell’Italia, che ha almeno una ragione di protesta. La lotta contro le grandi opere, progetti grandiosi che stridono con i tempi di ristrettezza, ha ritrovato qui in valle il suo slancio sotto l’insegna del Movimento 5 Stelle.

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Ore 14.45 – È partita la marcia No Tav Susa-Bussoleno. Sono migliaia i partecipanti, tanto che la coda del corteo deve ancora partire dal centro di Susa. Ad aprire il lungo serpentone i bambini della Valle di Susa seguiti dalle delegazione di sindaci. Nella piazza principale di Susa alcuni manifestanti hanno contestato l’adesione alla marcia di Sel, urlando: “Quelli di Sel fuori da qui”. Alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, reduci dalla visita al cantiere di Chiomonte, partecipano alla marcia.

Ore 13.10 – «Non mi fa paura la fatica e sono qui per un senso di verità», esordisce così in sala consiliare a Bussoleno la neosenatrice Laura Puppato. In mano ha un report sul corriere sostenibile tra Rotterdam e Genova. «Ecco – dice l’ex sindaco di Montebelluna, in Veneto – la Tav mi sembra come il ponte sullo stretto di Messina: non so dirvi se è utile o se mai lo sarà, di certo non è prioritaria». Parla a braccio e, fin da subito, si definisce «ecologista» e attenta alla spesa pubblica. E spiega: «In questo periodo bisogna porre attenzione ad ogni euro che si spende». «Sono qui per la prima volta, ma mi sono informata», continua la Puppato che mostra i documenti inviati dal presidente della commissione intergovernativa Italia-Francia Mario Virano. «Non mi torna una cosa: si parla tanto del fatto che ormai non si può tornare indietro ma a Parigi, da 14 mesi a questa parte, non hanno ancora ratificato il progetto del 30 gennaio 2012».

Ore 12.53 – M5s chiede l’istituzione in Parlamento di una commissione di inchiesta sulla Tav. Sel appoggia i grillini. «Tutte le sedi istruttorie sono utili per capire e approfondire le dinamiche della Tav, per fare luce e portare trasparenza su un’opera che noi riteniamo inutile». Così Alessandro Zan, deputato di Sel. La proposta arriva da Marco Scibona, senatore M5S, che ha annunciato: «Oggi faremo le dovute domande tecniche a Ltf. Dopo di che per accertare ancora di più la situazione del cantiere, anche dal punto di vista legale, da lunedì chiederemo l’istituzione in parlamento una commissione di inchiesta sulla Tav».

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Ore 12.32 – Fra i cinque stelle in visita, presente invece Vito Crimi, capogruppo al Senato. «La Torino-Lione è una delle nostre battaglie principali – ha detto -. Non credo che ci sia da scriverla nei venti punti programmatici», ha replicato a chi sollevava perplessità sulla questione.

La marcia dei No tav – Alle ore 14, partirà una marcia di 9 chilometri da Susa a Bussoleno, alla quale aderiscono anche alcuni deputati dell’europarlamento: «Questa manifestazione è organizzata in opposizione alla costruzione della Torino-Lione tunnel ad alta velocità e per sostenere l’ammodernamento delle linee esistenti fra Lione-Torino, al fine di dare una risposta ai bisogni reali delle persone che li vivono e una prospettiva sostenibile per il trasporto alpino; denunciamo anche la crescente evidenza di conflitti d’interesse intorno al progetto del tunnel e la militarizzazione persistente di tutta la Val di Susa», si legge in una nota i deputati europei Jose Bovè, vice-presidente della Commissione Agricoltura PE, Isabelle Durant, vice presidente del parlamento Europeo, Michael Cramer, capogruppo commissione trasporti Verdi europei, Eva Lichtenberger, MPE, Heide Ruhle, MPE, Raul Romeva, MPE, Bart Staes, vicepreseidnete commissione controllo di bilancio del PE e Karim Zeribi, commissione trasporti Europe Ecologie Les verts.

«L’opposizione alla nuova linea e il tunnel transfrontaliero è rilevante e organizzata da anni in Italia, e più di recente in Francia, dove vi è una crescente consapevolezza della necessità di soprassedere al progetto del tunnel di base dopo la pubblicazione delle gravi obiezioni sollevate dalla Corte dei conti Francese – continuano gli europarlamentari -. A livello europeo, la nostra proposta è semplicemente di togliere il tunnel della Valsusa dalla lista dei progetti che dovrebbero essere finanziati con fondi comunitari; è per noi infatti chiara la mancanza di priorità e l’insostenibilità del progetto».

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I deputati europei sostngono «la modernizzazione della linea Torino-Lione ferroviaria, e in particolare dei nodi intorno a Torino e Lione e la piena utilizzazione della linea attuale, che già oggi può potenzialmente portare 20 milioni di tonnellate di merci annue e che ne invece porta solo 3,5».

E chiedono: «trasferimento modale dalla strada alla ferrovia; ammodernamento delle linee intorno a Lione e Torino e investimenti sulla mobilità per i pendolari piemontesi; presentazione a livello europeo di un nuovo progetto per ridirigere i Fondi UE su queste priorità, nell’ambito delle discussioni in corso sul bilancio pluriannuale e la Connecting Europe Facility. (CEF); spostare la dotazione attuale di 2,2 miliardi di euro da parte del governo Monti nei prossimi 15 anni nei confronti di altri progetti ferroviari più utili e sostenibili, e in particolare la modernizzazione delle linee esistenti».

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