L’intervista ad Alfano di oggi a ”In 1/2 ora” di Rai3, suggerisce un paio di riflessioni. La prima, introduttiva, è che non si comprende perché un appuntamento giornalistico come quello di metà domenica debba essere affidato dalla Rai ad una professionalità esterna, che in Rai é già stata direttore del Tg3, e poi presidente.
E che, mentre si occupa di “In 1/2 ora” dirige un quotidiano on line che ovviamente non perde occasione di pubblicizzare quando è in onda in Rai, come ha fatto durante l’intervista al segretario del Pdl. Possibile che la Rai non possa e voglia trovare al suo interno un professionista in grado di preparare in una settimana, e per mezzora la settimana, una trasmissione fatta soltanto da una mega intervista?
Possibile che non si trovi all’interno della Rai un professionista che sappia coniugare professionalità e garbo? Possibile che non lo si voglia trovare, magari risolvendo altri problemi interni o rimettendo al lavoro una professionalità sotto utilizzata o relegata?
Detto questo come premessa, e sperando che “L’Huffington Post” italico possa recuperare appieno la direttora, andiamo allo scontro in diretta tra il segretario del Pdl e la conduttrice di “In 1/2 ora”.
Alfano rivendica ai moderati la presidenza della Repubblica, prossima alla scadenza, chiedendosi perché «il centrodestra non possa avere il Capo dello Stato» dopo che il voto in Parlamento ha dato al centrosinistra le presidenze di Camera e Senato. «Forse perché siete impresentabili», risponde la giornalista. La reazione di Alfano è immediata e – diciamolo – legittima, comunque la si pensi: «Con quale autorità si permette di dire questo a chi ha ottenuto così tanti voti dagli italiani?», risponde Alfano.
Solo in chiusura, Lucia Annunziata si scusa per «il giudizio molto franco», confermando, però, la sua opinione. E Alfano (che, pur offeso, non si é alzato, come forse avrebbe voluto la sua intervistatrice) risponde: «E io confermo che avete disprezzo per il popolo italiano».
Ora, al di là dello scambio di battute tra chi ritiene di poter dare dell’«impresentabile» a chi è stato scelto da un terzo degli italiani, tout court, facendo di tutta l’erba un fascio, c’è un sottile filo che unisce le espressioni di certa cultura di sinistra, dannosissima alla stessa sinistra. Che torna anche ora che i tempi sono inesorabilmente cambiati.
È la sostanziale presunzione di un primato incontestabile. Tra questa convinzione e l’arroganza, il passo è brevissimo, anzi, impercettibile. Dicesi arrogante – si legge nei dizionari – chi ha un atteggiamento di superiorità e di disprezzo. E una cosa é la franchezza, altra cosa l’arroganza. La si può pensare come si vuole, ma si deve rispettare il pensiero degli altri. Considerazioni lapalissiane, ma che serve ricordare a chi non ha il senso della misura. Soprattutto quando sentenzia in casa d’altri, ed è pure pagato.
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