Gli uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo una serie di arresti a Taranto e in altre regioni nei riguardi dei vertici dell’Ilva e di politici e funzionari pubblici. In atto anche sequestri. Sono sette le persone destinatarie di provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Taranto. Tre persone sono in
carcere e quattro agli arresti domiciliari, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale e concussione.
Sotto la lente degli investigatori una serie di pressioni che l’Ilva avrebbe effettuato sulle pubbliche amministrazioni per ottenere provvedimenti a suo favore e ridimensionare gli effetti delle autorizzazioni ambientali. I provvedimenti sono legati anche ad un’inchiesta, parallela a quella per disastro ambientale che il 26 luglio scorso ha portato al sequestro degli impianti dell’area a caldo del
Siderurgico. Questa inchiesta parallela è stata denominata “Environment Sold Out”.
Le misure cautelari sono state notificate a Fabio Riva, vicepresidente del gruppo Riva e figlio di Emilio Riva (già ai domiciliari dal 26 luglio scorso), Luigi Capogrosso, ex direttore del siderurgico di Taranto anche lui già ai domiciliari; Michele Conserva, ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto dimessosi nei mesi scorsi. In carcere è finito Girolamo Archinà, ex dirigente Ilva per i rapporti istituzionali licenziato ad agosto dal presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, quando la procura depositò al Riesame intercettazioni riguardanti pressioni esercitate su politici e consulenti.