Schiavismo più diffuso di 200 anni fa

Lo dice il presidente della Human Trafficking Foundation. Uno studio del governo britannico denuncia l'aumento del traffico di esseri umani.

Schiavismo più diffuso di 200 anni fa
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18 Ottobre 2012 - 21.00


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da Londra

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Francesca Marretta

Prostituzione, asporto di organi, schiavismo. Sono queste le principali cause dell’incremento di traffico illecito di esseri umani nel Regno Unito, che non risparmia i bambini. Lo sostiene uno studio finanziato dal governo di Londra, che, secondo esperti del settore mette in luce la punta dell’iceberg. I casi ufficiali di “human trafficking” registrati l’anno scorso sono 946. Nel 2010 erano 710, di cui 524 adulti e 186 bambini.

E’ possibile che l’incremento sia dovuto a un maggior numero di accertamenti. Come è possibile che un business gestito principalmente da gang criminali cinesi, est europee, vietnamite e nigeriane, non sia scalfito dalla crisi. Sono 92 le bande malavitose di cui è stato accertato il coinvolgimento nel traffico di esseri umani in questo paese.

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Alcune delle vittime mettono piede sul suolo britannico uscendo vive a stento da camion in cui hanno viaggiato per giorni. Altre arrivano sotto braccio ai trafficanti, di cui scopriranno la reale identità solo quando si renderanno conto di aver trovato l’inferno in terra invece dell’isola felice paventata da chi li aveva ammaliati.

In questo contesto è interessante citare il Presidente della Human Trafficking Foundation, Anthony Steen, che dichiara, in data odierna, che lo schiavismo, a livello planetario, è un fenomeno più diffuso oggi che 200 anni fa. Si tratta di un’epidemia, dice Steen, che credevamo abolita nel 1833. Se la schiavitù prospera è abolito solo ciò che non si vede. O che non si vuole vedere.

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