Il ricordo del Cardinal Martini, biblista del dialogo
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Il ricordo del Cardinal Martini, biblista del dialogo

Uomo la cui caratura spirituale e intellettuale è stata riconosciuta per decenni ben al di fuori della sfera della Chiesa e della cultura cattolica.

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31 Agosto 2012 - 16.34


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E’ stato per 22 anni alla guida dell’arcidiocesi di Milano,
la più popolosa d’Europa e una delle più prestigiose del
mondo il Cardinal Carlo Maria Martini. Biblista, gesuita, uomo la cui
caratura spirituale e intellettuale è stata riconosciuta per
decenni ben al di fuori della sfera della Chiesa e della
cultura cattolica.

Il porporato gesuita è deceduto oggi a Gallarate:
colpito da anni dal morbo di Parkinson, negli ultimi giorni
le sue condizioni si erano aggravate e l’arcivescovo di
Milano, cardinale Angelo Scola, aveva invitato a pregare per
la sua salute.

Dal seggio che fu di Sant’Ambrogio, il porporato gesuita
ha esercitato un magistero che è spesso suonato come un
controcanto più aperto alle istanze del mondo moderno di
quello che arrivava dai papa di Roma. Ma il cardinale Martini
è stato sempre il primo a rifiutare questa
contrapposizione.

Prova ne sono i rapporti intensi e profondi che ha avuto sia
con papa Giovanni Paolo II – che nel 1979 lo tolse dagli
studi biblici e dall’Università Gregoriana di cui era
diventato rettore appena un anno prima per inviarlo a Milano
– sia con il suo successore Benedetto XVI, di cui era di
appena due mesi più anziano. Il loro ultimo incontro risale
al giugno scorso, quando il gesuita già profondamente
debilitato dalla malattia era tornato nell’Arcivescovado
milanese per incontrare papa Ratzinger, arrivato sotto la
Madonnina per l’Incontro Mondiale delle Famiglie.

In prima fila nel dialogo ecumenico – a Milano lancia il
Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane – Martini promuove
il rapporto tra cattolici ed ebrei ed è un convinto
sostenitore della causa europeista, tanto da guidare per
sette anni il Consiglio delle Conferenze dei Vescovi
d’Europa.

Dopo le dimissioni dall’arcidiocesi di Milano, nel 2002,
vive per qualche anno a Gerusalemme, dove approfondisce gli
studi biblici, prima di rientrare nel 2008 in Italia
all’aggravarsi della malattia che lo aveva colpito da qualche
anno e che lo costringerà negli ultimi tempi al silenzio e
all’immobilità ma senza toglierli la lucidità mentale.
Partecipa nel 2005 al Conclave che elegge papa il cardinale
Jospeh Ratzinger, con il nome di Benedetto XVI.

Negli ultimi anni, Martini aveva continuato a dialogare
con il mondo laico, scrivendo per l’Espresso e dialogando con
i lettori del Corriere della Sera. In questi contributi, il
gesuita aveva spesso assunto un atteggiamento ricco di
comprensione per i nodi più complessi della vita moderna,
dall’omosessualità alle coppie di fatto, fino
all’allungamento indefinito delle fasi finali della vita
permesso dalle moderne tecnologie mediche.

Nato a Torino il 15 febbraio 1927, si interessa alla
Bibbia sin da giovanissimo. A 17 anni entra nella Compagnia
di Gesù e viene ordinato sacerdote nel 1952. I suoi studi
passano in buona parte dalla Pontificia Università
Gregoriana, il grande ateneo romano dei gesuiti: lì, nel
1958, consegue il dottorato in teologia. Quattro anni dopo,
nel vicino Pontificio Istituto Biblico, inizia a insegnare
critica testuale, prima di diventarne rettore nel 1969.
Passano nove anni e, per incarico di Paolo VI, l’allora padre
Martini attraversa ancora piazza della Pilotta per diventare
rettore della Gregoriana. Ma non si fermerà a lungo: il 29
dicembre 1979 papa Giovanni Paolo II lo sceglie come
successore del card. Giovanni Colombo alla guida
dell’arcidiocesi ambrosiana.

A Milano, Martini lascerà un segno profondo e alcune sue
proposte faranno scuola per tutta quella Chiesa che vuole
costruire un rapporto aperto e fiducioso con la
contemporaneità: ad esempio, avvia nella diocesi la pratica
delle ”Scuole della Parola”, per diffondere la conoscenza
della Bibbia tra i credenti. Ma la sua iniziativa destinata
forse a lasciare il segno più profondo sarà la ”Cattedra
dei non credenti”, lanciata nel 1987, in cui dà la parola
anche a atei e agnostici per aprire un dialogo sulle ragioni
della fede.

Il cardinale Carlo Maria Martini è morto all’età di 85
anni.

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