Il tono è duro, insolito per chi è “Uso obbedir tacendo”. Altro che tacere: questa volta gridano. «Il Cocer Carabinieri non può accettare un provvedimento che mette in ginocchio un’istituzione che, dopo i tagli subiti negli anni passati, circa 9.000 unità, si vede ripianare soltanto il 20 per cento del turn over. A questo punto l’organismo ritiene che l’Arma non è più nelle condizioni di poter assicurare un adeguato standard di sicurezza al popolo italiano». Un ultimo passaggio un po’ ricattatorio in una nota l’organismo di rappresentanza dei carabinieri sulle misure adottate dal governo in materia di spending review, di risparmi e tagli.
Poi si argomenta: «E’ con rinnovato allarme, unito a profondo sconcerto, che il Cocer Carabinieri deve amaramente prendere atto, per l’ennesima volta, delle misure che il governo ha adottato nei confronti dell’Arma e non solo». E qui esce il Landini in divisa: «Non solo l’Arma ma ancora una volta anche il cittadino/contribuente è chiamato a dover fare i conti con scelte dissennate, di certo non dettate nel suo interesse, ma derivanti da inaccettabili logiche di cassa che, anche in questa, circostanza potrebbero pericolosamente ripercuotersi su aspetti fondamentali per la società, come la sicurezza e l’ordine pubblico». Cittadino/contribuente è l’identità condivisa cui è davvero difficile dissentire.
Gli arrabbiati dei centri sociali attorno all’Ilva di Taranto paiono agnellini. «Il Cocer carabinieri pertanto, oltre a richiedere a viva voce l’assise nazionale con tutti i Cobar per decidere le linee da adottare, si adopererà in tutte le maniere consentite, per combattere questa assurda politica di tagli, ricorrendo anche all’espletamento di turni di volontariato, onde consentire al personale di evitare di sobbarcarsi più ore di servizio che mai e poi mai gli verranno retribuite, e che invece lo priveranno della possibilità di godere di diritti costituzionalmente garantiti quali riposi e ferie». Non risulta chiaro il passaggio sui turni di volontariato. Sciopero all’incontrario?
Ancora. «E’ bene che il popolo italiano prenda coscienza della lenta eutanasia a cui l’arma è ormai da anni sottoposta; questo esecutivo ritiene evidentemente, che sia giunto il momento di staccare addirittura la spina? Un processo di progressivo, inarrestabile depauperamento che la porterà a non poter essere più in grado di assolvere i compiti che istituzionalmente, da due secoli, le sono stati affidati a difesa dei cittadini». Toni alla Di Pietro con finale solidaristico: «In un momento così fortemente caratterizzato da fenomeni criminali di ogni genere, questo non è fare gli interessi della gente perbene. Questo è voler lasciare campo aperto alla criminalità».
Un po’ demagogico ma chiaro.
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