Patti Smith chiede giustizia per il G8
Top

Patti Smith chiede giustizia per il G8

Al concerto di Bologna la cantante americana raccoglie due cartelli su Genova e li alza dal palco. Poi zittisce una voce che urlava: "Voglio sentire il concerto". Ecco il video.

Patti Smith chiede giustizia per il G8
Preroll

Desk Modifica articolo

16 Luglio 2012 - 20.15


ATF

Sì, il rock è ancora la colonna sonora delle rivolte. Delle denunce. Dunque: siamo a Bologna, al concerto di Patti Smith. Davanti al palco – nel parco della Zucca – migliaia di persone. Giovani, giovanissimi, adulti. Non è il solito concerto, però. Non poteva esserlo perché la poetessa rock ha “dedicato” l’intera giornata alla memoria della strage di Ustica. Poche ore prima di cominciare a suonare, infatti, ha voluto visitare insieme a Daria Bonfietti, dell’associazione vittime delle stragi, il museo dedicato al Dc dell’Itavia abbattuto.

In questo clima, molti ragazzi arrivati al concerto decidono di rendere pubblica la loro rabbia per le sentenza sul G8 di Genova. Per quelle condanne contro un gruppo di (ex) ragazzi e ragazze, emesse sulla base del codice Rocco. E scrivono a mano, coi pennarelli, due cartelli. “Genova 2001”, “Ingiustizia è fatta”. La rocker li vede, dice quasi sussurrando che c’era anche lei a Genova. E allora, si fa consegnare i due cartelli e li innalza. Dal palco.

Leggi anche:  Il ritorno dei Quintorigo, gruppo di culto anni ‘90

Ma non è finita. Patti Smith vorrebbe citare Carlo Giuliani. Ma non le riesce di pronunciare il nome del ragazzo, assassinato dai carabinieri. Così consegna il microfono ad una donna, sotto il palco. Quest’ultima cita Carlo Giuliani e, sempre su invito di Patti Smith, spiega perché, dieci anni dopo quel movimento, le sentenze di pochi giorni fa suonino come una vendetta dell’establishment.

A questo punto, mentre cinque, seimila persone applaudono, si sente una voce. Isolata, di un ragazzo. Che urla: “Fateci sentire il concerto”. Nessuno gli bada, ma Patti Smith lo sente. E capisce cosa voleva dire. La cantante allora riprende il microfono e spiega in un inglese comprensibilissimo: vuoi sentire il concerto? Ma la musica non è altra cosa da quello che accade nel mondo. La musica è un modo per raccontarla…

Il Parco della Zucca, esplode in un appaluso, lungo, interminabile. Sì, il rock è ancora la colonna sonora delle ribellioni.

Leggi anche:  La canzone “Never Too Late” anticipa l’uscita del documentario omonimo sulla vita di Elton John
Native

Articoli correlati