Uranio nella base di Quirra, quattro indagati
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Uranio nella base di Quirra, quattro indagati

L'ipotesi della procura è che l'appalto per il monitoraggio ambientale sia stato affidato a ditte compiacenti, per truccare i dati delle analisi.

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29 Giugno 2012 - 12.33


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Un appalto pilotato per truccare i dati della presenza di uranio o di veleni chimici nel poligono di Quirra, in Sardegna. L’ipotesi di reato della procura di Lanusei è quella di turbativa d’asta mediante collusione. Un modo per poter effettuare analisi della presenza di elementi dannosi per l’ambiente e per la salute umana, in modo del tutto tranquillo. Domenico Fiordalisi è il titolare dell’inchiesta.

Un nuovo fascicolo dunque è stato aperto per l’inchiesta tris – già 20 richieste di rinvio a giudizio -, e numerose sono già le perquisizioni ne nord Italia e a Cagliari, dove sono stati sequestrati diversi computer e vari documenti. L’ipotesi della procura è che nel 2008 l’appalto commissionato dal ministero della difesa all’agenzia Nato Namsa, difiso in cinque lotti, sia stato pilotato per fare in modo di disegnare una situazione diversa dalla realtà.

I cinque lotti sono stati affidati ad altre cinque società in sub appalto, e il sospetto della procura è che le ditte siano state compiacenti. Il monitoraggio commissionato dal ministero era costato due milioni e mezzo di euro, e il capitolato divideva l’attività in cinque tipi diversi di indagine: una doveva controllare la radioattività aerodispersa, il secondo l’eventuale inquinamento elettromagnetico, il terzo lotto doveva analizzare gli elementi chimici nelle matrici ambientali e biologiche, il quarto doveva approdare in una certificazione ambientale, il quinto doveva realizzare un sistema informativo ambientale.

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