Sì. Non sono certamente i media che lottano la pedofilia, i crimini contro l’infanzia, l’impegno nell’ascoltare le vittime e accompagnarle anche per decenni nei processi, aiutare le famiglie. I media dovrebbero correttamente e coerentemente, con continuità, informare, sollecitare, mobilitare. Cosa che spesso non fanno, basti pensare a quante pagine per gossip, per banalità, per i diritti degli animali (ne condivido le finalità, ma non l’esagerazione). Se da una parte ringrazio i media, dall’altra mi appello alla loro obiettiva capacità di dar voce ai piccoli, ai deboli, a non servire i padroni, ma i diseredati di questo mondo, e quindi anche i piccoli che sono stati violati.
Questo apparente silenzio è subìto o voluto? O magari…ordinato?Il silenzio è stato sempre amico dei crimini perpetrati, con violenza, nell’umanità. E’ evidente che qui non si parla del “silenzio di Dio”, anzi Lui attraverso gli uomini e donne di buona volontà accolgie il grido dell’oppresso, del violato e se ne prende cura. Lo innalza a nuova dignità, così come si evince dalle storie che coronano l’ultimo mio libro: “Abbiamo trovato la speranza. Dall’abuso alla risurrezione” (San Paolo, 2012).
Da chi è stato aiutato e da chi invece dichiaratamente ostacolato?Chi agisce nella verità, chi non nasconde niente, chi è onesto nel cuore e nelle azioni deve fare i conti con certi “comandanti di folli”, con gli “Erodi di questo tempo”. Sono stato minacciato di morte (eliminazione vera e propria). Due persone sono state individuate, arrestate, processate e condannate. Inizialmente ho sperimentato diffidenze, velati sospetti di vertici – anche dello Stato – hanno fatto di tutto per interrompere questo cammino; diffidenze e maldicenze hanno operato lenti sfaldamenti, turbolenze e malumori. Mi sono sempre chiesto: se avessi operato contro la mafia (cosa che faccio da pastore e da cittadino) avrei avuto maggiori credenziali? Maggiori finanziamenti? Perché questi ce li tolgono, ce li diminuiscono. Nella lotta alla pedofilia o si è clienti della politica e si hanno i fondi, o si è tagliati fuori!
E’ un’accusa molto inquietante. Può darci qualche idea della dimensione del fenomeno?Non è azzardato ribadire che il fenomeno non è quantificabile, non esiste una vera e propria banca data centrale che possa offrire uno spaccato. Quello della pedofilia, della pedopornografia, della violenza sessuale sui minori, e anche la prostituzione minorile, non è mai esaustivo. Possiamo dire con esattezza che il lavoro puntuale, puntiglioso, monitorato e denunciato di Meter, con i suoi Report annuali (unici al mondo nel loro genere di veridicità e riscontro), ci fa interrogare per agire meglio e con logiche preventive.
E i risultati?Non anticipo nulla del 2011, ma la Polizia Postale e la Procura Distrettuale di Catania, dove noi inoltriamo il flusso delle segnalazioni, ha dichiarato che per la nostra opera solo lo scorso anno ci sono stati 3 arresti, 74 indagini, 7800 siti monitorati e oscurati. Per non dimenticare l’Operazione Rescue (16 marzo 2010) con 184 persone arrestate in 14 Paesi, 670 indagati e 230 bambini vittime di abusi sessuali identificati. Operazione scaturita da una nostra dettagliata segnalazione.
Come potremmo allora definire questo fenomeno?E’ un fenomeno esteso, trasversale, complesso che richiede maggiore sforzo anche culturale, e intendo per culturale far comprendere che i bambini sono persone, non oggetti. Perciò non si toccano, ma si aiutano, si amano, si educano ad una vita felice e sana.
Da sacerdote come si spiega la pedofilia nella Chiesa e che cosa chiederebbe al Papa? Cosa prova quando scopre che un suo confratello si macchia di questa infamia?E’ più che una domanda pertinente. Ogni volta penso che sia un grande scandalo a causa di uomini che hanno disumanizzato la piccola umanità a loro affidata, una vergogna che tocca tutta la Chiesa. Anzi: una doppia vergogna quando Vescovi e Superiori non sono stati, o non sono capaci, di affrontare il problema, nascondendolo con il silenzio e l’incapacità d’intervenire a favore delle piccole vittime e aggiungerei anche del sacerdote che si è macchiato di tale reato e peccato grave.
Ma secondo lei la Chiesa agisce con efficacia?La Chiesa, negli interventi del Papa Benedetto XVI ha dato ferree e importanti norme per formulare delle Linee Guida in tutte le Conferenze Episcopali ed entro maggio prossimo ne sapremo di più. Sono molto fiducioso e credo che non si tornerà più indietro. Se scoprissi un sacerdote cosa farei? Quello che ho sempre fatto: applicare le linee guida affinchè non possa nuocere più sulla vita degli innocenti. Ma lo farei per chiunque: i bambini si amano, non si violentano.
Cosa la preoccupa maggiormente?Mi preoccupano molto i commenti salottieri, gli improvvisati, gli esperti di turno che spesso fanno confusione e non aiutano alla chiarezza. Mi preoccupa molto la sordità della politica e l’azione stagnante delle Commissioni parlamentari che non varano norme e strumenti per la lotta alla pedofilia.
Lei ha fondato Meter: la aiutano almeno?No. Mi inquieta, molto il non-sostegno economico che Meter non riceve per questa nobile e importantissima azione per i bambini e contro la violenza. Meter non è ricca, ma rende ricco chi si rivolge e bussa alla porta. Per questo mi appello, sinceramente, all’aiuto concreto di chi vuole sostenere le nostre azioni contro la violenza sui piccoli.
Lei ad un certo punto annunciò che il problema toccava i massimi livelli: si riferiva alla Chiesa prima che scoppiasse lo scandalo che oggi tutti conosciamo? O alla politica?Politica, Chiesa, Società: tutti siamo toccati da questo problema. Non ho mai avuto remore nel denunciare, nel richiamare, nel sostenere il grido innocente. Ognuno ha delle responsabilità. La durezza dell’azione nasce dal tentativo di ridare bellezza all’innocenza deturpata, e nessuno, nessuno può permettersi di deturbare gli innocenti. Non mi stancherò mai di gridare e di agire, costi quel che costi. E mi è costato tanto…
E chi le sta vicino?Io ringrazio sempre, anzi è Meter che ringrazia le famiglie che si tassano, i bambini che ci offrono la loro paghetta per aiutare i coetanei, alcuni enti privati, la Conferenza Episcopale Italiana. Ma lo ribadisco, e vorrei capirlo sempre di più, chi “non” aiuta quest’opera ostacola la salvezza dei bambini vittime.
Perché secondo lei un adulto rivolge le attenzioni ad un bambino? E’ davvero una malattia o una forma di perversione e basta?L’atto pedofilo e la violenza sessuale su minori è reato, per chi è credente, peccato grave, e lo compie chi ha perso se stesso. Ovvero una persona che non compie atti umani, ma disumani. E’ evidente che in una società civile e democratica non possiamo invocare la pena di morte, ma un giusto processo e una giusta pena che deve essere scontata senza attenuanti e premi, in un percorso riabilitativo e aggiungerei redentivo. Umanamente è comprensibile che non è misurabile la pena per così gravi reati che hanno leso l’innocenza, spesso in maniera permanente e irreversibile. Sul perché…questo è argomento complesso che richiederebbe un trattato, vi invito a leggere “Corpi da gioco” (Elledici, 2011), troverete spunti e chiarificazioni.
Cosa di dovrebbe fare che a suo avviso non sia stato ancora fatto o tentato di fare, per arginare il problema?Già tanto si fà. Posso solo dire che alla fine di questa intervista, i volontari/professionisti di Meter hanno segnalato centinaia di siti, sollecitato istituzioni a non abbassare la guardia, ad offrire maggiori risorse “mirate, oculate e responsabili”. Da evitare, e direi controllare, è anche il businnes che gira attorno all’infanzia. Servono campagne non stagionali, ma continuative, a lungo termine contro la pedofilia e la violenza sessuale sui minori.
C’è un appello che possiamo fare e che tocchi ognuno di noi inducendo tutti quanti a lottare con Lei?Come ho detto chi non aiuta quest’opera ostacola la salvezza dei bambini vittime. Chi vuole diventare un nostro operatore/volontario ci scriva: segreteria@associazionemeter.org; visiti il sito www.associazionemeter.org, se lo desidera ci faccia un’offerta di sostegno e diffonda il nostro carisma e il nostro operato.