Ecco cosa scriveva Casseri: radiografia dei deliri fascisti
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Ecco cosa scriveva Casseri: radiografia dei deliri fascisti

Era pazzo? Forse sì, sicuramente era un estremista come ciò che scriveva sul sito di Casa Pound. Ecco qualche brano. Per 20 anni diffuse idee razziste. [Stefano Marcelli]

Ecco cosa scriveva Casseri: radiografia dei deliri fascisti
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Stefano Marcelli Modifica articolo

16 Dicembre 2011 - 11.44


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di Stefano Marcelli

Ma sì, mettiamoci tutti l’animo in pace così: il killer di Firenze era solo un povero pazzo. Gianluca Casseri era segnato fin da piccolo dalla mania per le armi e un certo esoterismo destorso che lo portava a frequentare intellettualmente i teorici del razzismo e dell’antisemitismo e fisicamente i gruppi neofascisti locali.

Nell’appartamento di Firenze, che pure il killer aveva quasi spogliato di tutto, hanno trovato immagini di Mussolini e copie di squadristi fascisti in miniatura. Nei suoi scritti si nega l’olocausto e si rilancia il mito della Razza Ariana e le sue attività letterarie ruotano tutte o quasi attorno al ben conosciuto impasto di miti della destra da Tolkien a Evola e Pound e il peggio di Carl Schmitt.

A un vecchio cronista come me, uno così, in un normale pezzo di nera viene naturale di definirlo neofascista. Eppure nelle migliaia di parole scritte in questi giorni su giornali e siti web questa parola non esiste. Il killer dei senegalesi è definito “studioso di fantasy e fumetti“, “vicino ad ambienti di destra“, “ragioniere“, “neonazista“.

Il Fascismo è nato prima ed è durato molto di più del Nazismo, perché non citarlo, visto che il soggetto di cui si tratta è italiano?
Perché negli ultimi venti anni abbiamo vissuto un processo di rimozione del Fascismo e delle sue idee fondamentali. Un processo che è stato gestito direttamente a livello governativo e perseguito con determinazione da intellettuali e giornalisti in una vera e propria campagna ideologica di sdoganamento, non solo di alcuni noti picchiatori e militanti dell’estrema destra portati ai vertici dello Stato assieme ad alcuni teorici della xenofobia politica , ma anche a livello di massa. Ricordate di aver sentito definire Benito Mussolini “il più grande statista italiano del Novecento“ ? Ricordate che si è tentato di riscrivere i libri di storia per stabilirvi una par condicio ripugnante fra partigiani e fascisti? E’ accaduto davvero.

Così come sulla maggioranza di giornali e telegiornali ci hanno spiegato ogni giorno che i cattivi erano solo gli stranieri e i clandestini l’unico vero problema italiano. Ora ci accorgiamo di quali e quanti altri venivano prima.
E insieme alle tante, troppe, cose a cui ci siano assuefatti in questo ventennio (volgarità, violenza verbale, corrosione dei principi costituzionali, dell’etica di fondo di questa società) ci siamo assuefatti anche alla rimozione del Fascismo e dei suoi misfatti.

Chi scrive, invece, non può dimenticare per motivi, diciamo così, genetici o ereditari: un padre partigiano a 17 anni e un nonno ucciso a manganellate per essersi rifiutato di iscriversi al Partito Fascista. Andate a raccontarlo a qualcun altro, distratto dagli ipad o dai grandi fratelli, che i fascisti erano brava gente innocua e attaccata alla Patria. Quelli che sono morti in esecuzioni e torture, loro sì, morivano gridando Viva l’Italia!
Torniamo al nostro ragioniere pistoiese. Quelli di Casa Pound, l’associazione di destra in cui militava il killer, ora ritirano il braccio e fanno le educande. “Casseri? Solo un simpatizzante“. “Ha scritto sul sito solo cinque articoli di fantasy e fumetti“. Perché quegli articoli sono scomparsi solo qualche ora dopo le sparatorie del camerata? Se erano davvero su Tex Willer et similia, potevano restare là, come testimonianze sociologiche.
Ebbene, uno degli articoli di Casseri si intitolava “Riflessioni sopra una sentenza “ed era un atto d’accusa contro la sentenza emessa nel 1954 contro la Guardia Nazionale Repubblicana, quei repubblichini che si macchiarono di alcune fra le pagine più sanguinose della storia italiana.
Un altro articolo era dedicato all’attività di un intellettuale, dicono ancora quelli di casa Pound. Sapete chi era il fine intellettuale? Adriano Romualdi, figlio di Pino Romualdi, vicesegretario del Partito Fascista di Salò e fondatore del MSI.

Ma avere un padre così non vuol dire essere per forza un fascista. Certo, è vero: ma ecco un brano di uno scritto dell’intellettuale chiosato da Casseri:
“La concezione propria delle SS, che supera il semplice nazionalismo tedesco attraverso il mito della Razza Ariana, il concetto di Stato come Ordine Virile, l’idea di un Impero europeo-germanico, situano il nazionalsocialismo all’avanguardia nella formulazione di contenuti della pura Destra“.
Ed ecco un paio di brani pescati negli articoli tuttora leggibili sul sito di Casa Pound:
“Il fascismo è una idea etica e mobilitante dello Stato, che confligge intrinsecamente con i dogmi della civilizzazione egualitarista occidentale“.
“I popoli della Terra si distinguono fra di loro sulla base, fondamentalmente, della razza, ed a parità della medesima, dalla lingua, dal costume e dalle tradizioni, ovvero di tutti quegli elementi sotto costante attacco da parte della globalizzazione mondialista ed usuraia“.

Ora, se si dice che Casseri era un fascista antisemita e razzista, credo che ci si limita a fare una banale constatazione. E anche se si aggiunge che i suoi riferimenti culturali sono ampiamente condivisi nell’humus che circola sulle pagine (sia pure epurate ) dell’associazione di destra a cui aveva aderito. Casseri partecipava anche alle manifestazioni di Casa Pound ed era stato anche fermato dalla polizia che lo aveva denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. A Pistoia è considerato un rappresentante dell’organizzazione.
Il mio caro amico Pape Daw, capo della comunità senegalese, parlando in Palazzo Vecchio (dove ha seduto anche come consigliere) ha detto che Firenze non è una città razzista e che questo atto terribile non è frutto delle idee della città. Ma delle idee coltivate da Casseri e dall’associazione di cui faceva parte, sicuramente sì. Le idee fasciste sono violente in sé e pensare che esistano esseri umani di seria A e serie B è già di per sé una violenza. Chi è fascista è già potenzialmente omicida.

Sono troppi i casi, in tutta Europa che stanno dimostrando ogni giorno questa prossimità fra violenza ideologica e violenza pratica. Chi da vent’anni propugna ogni giorno la “guerra agli stranieri, ai diversi“, sparge i semi di questa violenza, i germi di una malattia che può acutizzarsi all’improvviso, da un momento all’altro. “Spariamogli addosso!“, l’abbiamo sentito dire tante volte anche da personaggi che sedevano al Governo della Repubblica Italiana .
Il gesto di Casseri ci sveglia da un lungo sonno e ci obbliga a vigilare e lanciare una campagna di disintossicazione dai molti veleni inoculati in questi decenni nel senso comune della nostra gente.

Firenze ha reagito in modo spontaneo e commovente, ma con quel folle ancora in giro e i cadaveri ancora caldi, c’era chi tempestava i blog della Nazione (il giornale fiorentino per antonomasia) di frasi xenofobe, di “sì, però…”, “ma anche loro…”. Ci sarà stato qualche fascista, ma credo che molti lo dicessero per abitudine, un riflesso pavloviano, dovuto alle tante tossine ingurgitate a Porta a Porta e un po’ dovunque.

Ora basta.

Ma, si dice ancora, quel ragioniere-scrittore di Pistoia era un tipo introverso e solitario, insomma, come dicono i suoi ex camerati di Casa Pund, “cosa c’entra un pazzo con le nostre idee?“. Anche il camerata di Oslo non era proprio sano di mente e, per questo, sembra che non stesse tanto bene di cervello nemmeno Adolf Hitler. Perché uno che pensa di cambiare il mondo con la violenza (vale anche a sinistra), che esista una Razza Superiore incaricata di governare il mondo, che le libertà degli individui siano un falso mito borghese, uno che esalta i genocidi, non è pazzo di per sé? Ma proprio per questo è un fascista. E la società deve metterlo in condizione di non nuocere.
Forse le questure dovrebbero vigilare un po’ meglio sulle attività culturali e non delle associazioni di destra e anche su quante Smith e Wesson Magnum “da tiro a segno“ hanno messo in mano a introversi cultori di ideologie eversive.

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