Operazione immagine. Oltre 30 milioni di euro messi a disposizione negli ultimi tre anni per l’emergenza dei ‘campi nomadi’ a Roma, 18 milioni di euro dal Ministero dell’Interno, 5 milioni dalla Regione Lazio, 7.5 milioni dal Campidoglio. Sono i costi calcolati una ricerca dell’Osservatorio sul razzismo e le diversità “M.G. Favara” dell’Università di Roma Tre sul Piano Nomadi del comune di Roma e sulla falsa emergenza rom, sconfessata recentemente da una sentenza del Consiglio di Stato. “L’amministrazione comunale ha voluto in questi mesi fornire una immagine di efficienza e di controllo della situazione dei rom a Roma a fini di consenso” scrivono i ricercatori. Ma sono pochi i risultati verificabili.
Nuovi insediamenti fantasma. Ad esempio non si riesce a calcolare se venga rispettata la cifra di 7177 abitanti nei campi autorizzati secondo il Piano dell’agosto 2009. In molti insediamenti è peggiorata la situazione abitativa e igienica, anche per l’incremento del numero di persone presenti. Nel caso del campo di Via Candoni, dove nel 2008 vi risiedevano 600 persone, capienza massima, gli abitanti sono divenuti 900 in seguito al trasferimento da Casilino 900 nel 2009, e ulteriormente aumentati oltre le 1000 unità in seguito agli sgomberi degli insediamenti non autorizzati di quell’area. Nessuno dei nuovi insediamenti previsti dal Piano Nomadi è stato ad oggi messo in funzione.
Poco e fatto male. Il 15 dicembre sarà ultimato il primo campo costruito ex novo dall’amministrazione Alemanno. Il Campo “La Barbuta” per 650 persone, sorgerà accanto alle piste dell’aeroporto di Ciampino, in un’area di interesse archeologico, a rischio inquinamento acustico con una media di 200 voli aerei al giorno, su una falda acquifera della sorgente Appia che verrà a sua volta esposta al rischio di inquinamento. Per costruire il campo sono già stati spesi 10 milioni di euro e altri 3 milioni l’anno costerà la gestione, stima l’associazione “21 luglio” che parla di “sperpero di denaro pubblico”. Un milione di euro sono costati i rilievi archeologici, 530mila euro la bonifica del sito, altri 6 milioni la costruzione del campo attrezzato e due milioni per ‘costi accessori’. Il totale, dice l’associazione, “fa 20mila euro spesi per ogni ospite, centomila a famiglia, senza che questo porti a un’inclusione sociale”.
Sgomberi di facciata. Invece sono 209 i campi non autorizzati, secondo le stime della Polizia Municipale, a fronte di 80 calcolati dal Piano Nomadi. “Le continue operazioni di sgombero, realizzate da Questura e Polizia Municipale utilizzando le risorse economiche messe a disposizione con la dichiarazione dello Stato d’Emergenza, non hanno fin qui portato né ad una diminuzione dei campi, né ad una maggiore sicurezza dei residenti”, si legge nel documento diffuso dall’Università. Viene preso a esempio il caso dei rom residenti nel quadrante San Paolo-Magliana, oggetto, dal 2008 ad oggi, di diversi interventi di sgombero che hanno comunque portato all’insediamento negli stessi luoghi delle stesse persone (Valco San Paolo, Ponte Marconi, ex-Miralanza, Canneto, Via Morselli, viadotto autostrada Roma-Fiumicino).