Per comprendere il ruolo e l’influenza di Luigi Bisignani dentro l’intelligence italiana, più di tante intercettazioni, che forse non esisteranno mai, bastano tre testimonianze di altrettanti altissimi dirigenti dei nostri servizi segreti che già prima che si sapesse dell’inchiesta di Napoli avevano raccontato, in diverse occasioni, il potere della lobby massonico/energetica dentro i servizi che aveva in Bisignani il vero burattinaio, ovvero lo snodo attraverso il quale dover passare sempre e comunque.
Racconto A: “Appena arrivato al nuovo incarico, un mio collega più anziano in grado mi ha consigliato di presentarmi a Bisignani. Alla mia richiesta di chiarimenti ha detto: perché è meglio. Io mi sono mostrato scettico ed il mio collega, non per farmi pressioni ma per farmi evitare guai, ha aggiunto che sarebbe stato molto salutare sia per me come persona sia per la mia carriera non mettermi contro Bisignani. Il dialogo si è chiuso con queste testuali parole che mi sono rimaste impresse. Io protestai: ma guarda che scheletri nell’armadio io non ce l’ho, non penso di poter essere ricattabile. E il mio collega di rimando: io ti ho dato un consiglio non interessato. Poi fai come credi”.
Racconto B: “Sono molto amico del dottor x, il quale fu promosso ad un incarico prestigioso. Lo incontrai poche settimane dopo il suo insediamento e lui mi raccontò infastidito che alcuni alti papaveri, uno in particolare, gli dissero che era necessario andare a baciare l’anello a Bisignani e mettersi a sua disposizione. Baciare l’anello in senso figurato. Il mio amico andò, anche se mi disse che era riluttante, all’incontro. Bisignani fece un lunghissimo giro di parole, dicendo e non dicendo, da cui si intuiva che per il suo appoggio voleva in cambio fedeltà, disponibilità e riservatezza. Non lo disse chiaramente, lo lasciò capire. So solo che il mio amico uscì convinto dell’esistenza di un reticolo di stampo massonico che aveva le mani in pasta su molti aspetti dei nostri apparati di sicurezza”.
Racconto C: “Bisignani era sempre informatissimo su quello che avveniva dentro i servizi segreti. I suoi contatti erano tantissimi e a tutti i livelli: dagli autisti fino ai direttori e in tutte le agenzie. So con certezza che conosceva uno per uno tutti gli agenti e i funzionari affidabili ai suoi fini. Questo perché in quel giro si entrava per cooptazione e in tanti, per acquisire più meriti, introducevano colleghi che ritenevano a loro volta fedeli alla causa. Bisignani ne incontrava molti in un appartamento di piazza Mignanelli. Ma poi ha preferito appuntamenti nell’appartamento della madre, lontano dal centro. Credo che questo cambio sia avvenuto dopo la perquisizione disposta da De Magistris. Era noto a tutti nel nostro ambiente che se volevi fare carriera o avevi qualche problema, avere Bisignani dalla tua parte era molto più efficace che chiedere una raccomandazione a un parlamentare o perfino a un sottosegretario e a un ministro”.
L’autenticità delle tre testimonianze è garantita. Anche se nessuno la ripeterebbe in pubblico o in un verbale. Tra l’altro, quando furono fatte, erano confidenze destinate a restare tali e non rivelazioni che dovevano diventare pubbliche. Proteggere l’identità è un dovere. Tuttavia sono circostanze più che credibili. Sono certe.
Se ne ricava, da un punto di vista politico, la certezza di una lobby trasversale di stampo massonico in grado di condizionare il funzionamento dei nostri servizi segreti. Se è vero che il meccanismo della raccomandazione è sempre esistito, qui ci si troverebbe in presenza di una consorteria in grado di dare molto, ma anche di chiedere molto. La gestione delle notizie riservate, da utilizzare per favorire affari degli amici, impedire affari dei nemici e per screditare, via gossip o attraverso altri media, il nemico di turno sembra rievocare l’Italia delle veline e delle schedature di massa degli anni Sessanta, anche se il sistema attuale è meno rozzo, più affaristico e meno ideologico.
Premesso che nessuno dei nomi dei tanti 007 coinvolti in questi tre racconti è mai uscito finora sui giornali, alcune domande sono quantomeno opportune:
1) Quanta è vasta la rete di rapporti di Bisignani dentro la nostra intelligence?
2) Sono più di venti gli alti papaveri dei servizi segreti che Bisignani ha incontrato negli ultimi due anni per discutere di cose sulle quali l’ex piduista non avrebbe dovuto avere alcun ruolo e alcun potere, almeno in uno stato democratico dove esiste il diritto?
3) Quante promozioni, ordinarie o straordinarie, sono state disposte dopo il via libera dell’ex iscritto alla P2?
4) Quale è la vera capacità di interdizione che la lobby massonico/energetica ha all’interno dei nostri apparati più delicati?
Se il vento è davvero cambiato, sarebbe davvero rivoluzionario se la bora, il ponentino, la tramontana, lo scirocco, il libeccio e tutte le forme in cui si vorrà manifestare il dio Eolo spazzassero via questo pulviscolo. Ma non solo superficialmente. Ma fin dentro gli antri e gli anfratti più oscuri e nascosti. Dove questo pulviscolo da tempo è causa di infezioni.