Il consenso digitale: un nuovo linguaggio da imparare
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Il consenso digitale: un nuovo linguaggio da imparare

L’educazione sessuale non può limitarsi al semplice insegnamento del “no significa no”. Deve evolversi verso una consapevolezza più sfumata, a riconoscere i “forse” e a rispettare i cambiamenti di idea.

Il consenso digitale: un nuovo linguaggio da imparare
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7 Aprile 2025 - 11.32 Culture


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Il consenso sessuale, tradizionalmente legato a segnali corporei e parole esplicite, sta attraversando una trasformazione profonda nel contesto digitale. Quando il corpo scompare dallo schermo e la comunicazione avviene via messaggio, app, video o foto, il concetto di consenso non è la semplice traduzione di quello offline. Il linguaggio che si sviluppa nel mondo digitale è ricco di sfumature, fatto di emoji ambigue, silenzi interpretati e immagini non richieste, ed oggi sta diventando parte integrante delle relazioni tra giovani e giovanissimi. Ma quando si parla di consenso, il digitale viene troppo spesso ignorato o trattato in modo superficiale.

Un report intitolato “Consent in Digital Sexual Cultures” e pubblicato dal King’s College di Londra, affronta questa problematica. Curato dalla ricercatrice Rikke Amundsen, il report ci offre una riflessione urgente: il consenso online non è un dato di default. Anzi, proprio l’ambito digitale amplifica le zone grigie, aprendo la strada a fraintendimenti. Le nuove generazioni si confrontano sempre più con pratiche come sexting, dating app, videochiamate intime e piattaforme come OnlyFans. In queste dinamiche, il consenso spesso viene sottovalutato.

Le ricerche condotte nel Regno Unito rivelano che le ragazze sono frequentemente esposte a pressioni per inviare immagini intime, mentre i ragazzi spesso interpretano i segnali ambigui legati al rispetto e al desiderio. Le differenze di genere influenzano la percezione di sé, i ruoli sociali, la gestione dei rifiuti e la legittimità del silenzio. Ma il problema non riguarda solo le singole persone: è una questione culturale che implica la scuola, le famiglie, i media e le stesse tecnologie.

Le difficoltà nell’interpretazione

Uno degli aspetti più importanti del report riguarda la trasformazione del linguaggio del desiderio nel mondo digitale. Le comunicazioni sessuali online sono spesso indirette, frammentate, e aperte a molteplici interpretazioni. Un cuore inviato via chat, un like a una foto, un messaggio letto senza risposta: ogni piccolo gesto può essere frainteso, creando un clima in cui il consenso viene dato per scontato o, peggio, ignorato.

Il sexting, sempre più diffuso tra adolescenti e giovani adulti, rappresenta una delle aree più critiche. La condivisione consenziente di immagini intime può essere vissuta positivamente, ma solo a condizione che ci sia una comunicazione chiara e reciproca. Purtroppo, troppo spesso il sexting avviene sotto pressione, senza una reale consapevolezza delle implicazioni. E quando le immagini vengono diffuse senza il consenso, come nel caso del revenge porn, le conseguenze psicologiche e sociali possono essere devastanti.

Il consenso digitale deve essere esplicito, continuo e ritirabile. Un sì espresso ieri o in un contesto specifico non ha valore indefinito. Tuttavia, molte app e piattaforme digitali non sono progettate per facilitare una comunicazione chiara e trasparente su questo tema. L’architettura stessa degli ambienti digitali – veloci, orientata alla performance e poco riflessiva – rende difficile fermarsi, negoziare. Inoltre, le donne e le minoranze di genere sono particolarmente vulnerabili a molestie, richieste insistenti e contatti non desiderati, e i meccanismi di segnalazione e prevenzione sono spesso insufficienti. Il consenso non può essere ridotto al semplice “no significa no”. Educare implica insegnare a riconoscere i segnali, porre domande esplicite, rispettare le esitazioni e, soprattutto, non interpretare il silenzio come accondiscendenza. Questi concetti, purtroppo, sono ancora assenti in molti programmi educativi, anche in Europa e in Italia.

Una generazione senza educazione affettiva

Il consenso digitale non viene percepito automaticamente. È un concetto che si apprende, si discute e si negozia. Per questo motivo, il report britannico enfatizza l’importanza di un’educazione al consenso che tenga conto delle specificità del digitale. I giovani hanno bisogno di spazi in cui poter porre domande, confrontarsi e raccontare le proprie esperienze senza timore di essere giudicati. Tuttavia, molti di questi interventi sono ancora frammentari e non supportati da politiche pubbliche strutturate. La mancanza di un’educazione sessuale obbligatoria e sistematica, infatti, lascia le nuove generazioni in balia di informazioni parziali, spesso non verificate e non controllate.

Il report, infine, invita a superare una visione punitiva o moralistica del sesso online. Non si tratta di proibire, ma di accompagnare. La sessualità digitale è una parte integrante della crescita affettiva contemporanea e negarla o ignorarla significa privare le nuove generazioni degli strumenti necessari per affrontarla in modo consapevole e rispettoso.

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