Twitter (ora X) ha 19 anni: é la piattaforma che ha cambiato più volti

Dal primo tweet a X con la conseguente migrazione di massa: ripercorriamo la storia di questo social dalla nascita alla sua vendita.

Twitter (ora X) ha 19 anni: é la piattaforma che ha cambiato più volti
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21 Marzo 2025 - 13.23 Culture


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di Giada Zona

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Risale al 21 marzo 2006 il primo cinguettio della storia. “Just setting up my twttr” è stato il primo testo inviato da Jack Dorsey, allora giovane sviluppatore. Ma Twitter ancora non esisteva: era solo l’idea di un gruppo di amici che lavoravano ad Odeo, una società di audio e video. Jack Dorsey propose un servizio di messaggistica collettivo, condividendo l’idea con Evan Williams, uno dei fondatori di Odeo. Noah Glass, l’altro fondatore, ha suggerito proprio il nome “Twttr”. Il dominio “twitter.com” è stato poi acquistato sei mesi dopo il lancio della piattaforma (prima era occupato), segnando così il passaggio da “Twttr” a Twitter

“To-tweet” significa letteralmente “cinguettare” e infatti, fino al 2022, l’icona del social network era proprio un uccellino di nome Larry, in omaggio a Larry Bird, uno dei migliori giocatori della storia dell’NBA. Twitter è nato in un’epoca in cui gli SMS erano popolari e per questo è stato deciso di usare pochi caratteri. Oggi, tutto questo sembra solo un lontano ricordo.

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Nel corso degli anni Twitter ha documentato diversi eventi storici, come la rivolta in Iran nel 2009 e la cattura di Osama Bin Laden nel 2011. O magari pensiamo al profilo “History in Moments”, una raccolta di fotografie che ripercorrono il ventesimo secolo, dove troviamo la foto dei Beatles che si preparano per attraversare Abbey Road (1969) o lo scatto che ritrae un picnic in mezzo all’autostrada durante la crisi del petrolio nel 1973 e tanto altro ancora. Ma non è tutto oro quel che luccica.

Twitter, come qualsiasi altro social network, è stato coinvolto in quel triste scenario che ha assunto rilevanza nel 2016, per lo scandalo sulle fake news. Nello stesso anno Twitter ha cancellato tantissimi account di propaganda che operavano per il Partito della Russia Unita o per Erdogan. Una situazione che si è ripresentata durante la pandemia da Covid-19 e i periodi di lockdown, in cui sulla piattaforma iniziano a diffondersi false e infondate informazioni mediche, che hanno scatenato il panico tra gli utenti. 

Qualche anno dopo, nel 2022, Elon Musk ha deciso di acquistare Twitter, segnando un evento importantissimo nella storia di questo social network. L’anno seguente, Musk ha annunciato che Twitter da quel momento si sarebbe chiamato “X”. Addio all’uccellino blu, sostituito da una X stilizzata e minimalista su sfondo nero. Ma le modifiche non riguardano solo il logo e il nome, ma anche il funzionamento della piattaforma.

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Una delle tante novità introdotte riguarda il fact-checking, una pratica fondamentale per contrastare la disinformazione. Arrivano le “Community Notes”, ovvero delle note che appaiono sotto a un tweet quando la comunità pensa che quel post contenga informazioni errate o necessiti di contestualizzazione. Addio anche ai fact-checkers tradizionali (color che si occupavano del controllo della veridicità delle notizie, n.d.r.): adesso solo gli utenti possono verificare i contenuti. 

Nonostante la prima fuga di utenti dalla piattaforma a seguito dell’acquisto di Musk, X resta comunque in testa tra le app più scaricate dagli utenti. Con la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali di novembre 2024, Elon Musk ha reso pubblico il suo coinvolgimento nella politica statunitense. La risposta degli utenti è stata immediata, con una migrazione di massa di utenti non ‘contenti’ della scelta dell’imprenditore. Nella settimana post elettorale, BlueSky – una piattaforma di microblogging che usa AT Protocol – ha accolto quel milione di nuovi utenti in cerca di un’app adatta alle loro esigenze.

L’evoluzione di Twitter fa capire che gli utilizzatori possono avere un ruolo attivo e che le piattaforme non sono, comunque,  indipendenti dalle scelte commerciali, politiche e ideologiche. E tutto ciò influisce sul loro funzionamento. Come è accaduto con Twitter. Anzi, X.

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