Mitezza e gentilezza: Francesco invita a disarmare la comunicazione per costruire ponti di speranza

Assistiamo ai nostri giorni a una sempre maggiore saldatura tra potere politico, potere economico e potere mediatico.

Mitezza e gentilezza: Francesco invita a disarmare la comunicazione per costruire ponti di speranza
Papa Francesco
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Antonio Spadaro Modifica articolo

26 Gennaio 2025 - 12.47


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Le parole e le immagini sono pietre: o si usano per costruire ponti o si usano per costruire muri. Non ci sono vie di mezzo. Assistiamo ai nostri giorni a una sempre maggiore saldatura tra potere politico, potere economico e potere mediatico. La comunicazione da espressione, apertura al mondo, partecipazione, confronto delle idee per il bene comune sembra essere il luogo di un nuovo scontro fatale. La libertà di opinione sembra coincidere con la facoltà di espressione violenta e discriminatoria. Ripeto: le parole e le immagini sono pietre. O si usano per costruire ponti o si usano per costruire muri.

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Il Messaggio che Papa Francesco lancia per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2025 è una frase della Prima Lettera di Pietro: «Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori» (cf. 1Pt 3,15-16). È chiaro che – usando una metafora calcistica – qui il Papa sta lanciando la palla fuori del campo da gioco.

Mitezza? Ma quale mitezza sperimentiamo al tempo della guerra mondiale a pezzi e della retorica di potenza?

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Speranza? Quale speranza vediamo per un futuro migliore che non sia l’abbaglio luccicante di una nuova età dell’oro, che sempre abbaglio resta. 

Francesco, con parole dolci, lancia, in realtà, una sfida potente: è «necessario disarmare la comunicazione, purificarla dall’aggressività», dice. «Dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social il paradigma che rischia di prevalere è quello della competizione, contrapposizione e volontà di dominio».

Il riferimento ai talk show non è affatto secondario. Oggi contano più che i fatti il modo in cui sono raccontati e comunicati. Costruire una narrazione vincente significa avere successo. Ma – si chiede il Papa – alla fine non prevale la narrazione dello scontro, della vittoria o della sottomissione? Si potrà ancora parlare di alleati e avversari in un mondo senza mitezza, fatto solamente di clienti e nemici?

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Se oggi il Papa invoca per la comunicazione la virtù della mitezza, questa fa coppia con un’altra parola usata da Francesco per parlate della politica: la gentilezza. Mitezza e gentilezza non sono utopie. Sono potenti agenti di trasformazione dei rapporti sociali, del modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilitano la ricerca di consensi e apronostrade là dove l’esasperazione dei nostri giorni distrugge tutti i ponti.

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