Il Tg1 paragona il no al fascismo alla Scala alle proteste dei centri sociali e definisce Verdi eroe del Rinascimento
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Il Tg1 paragona il no al fascismo alla Scala alle proteste dei centri sociali e definisce Verdi eroe del Rinascimento

Stefano Fumagalli ha inquadrato nel Rinascimento il famoso "Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia!" urlato dal loggione della Scala

Il Tg1 paragona il no al fascismo alla Scala alle proteste dei centri sociali e definisce Verdi eroe del Rinascimento
Viva Verdi alla Scala che era una incitazione patriottica e anti-austriaca
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8 Dicembre 2023 - 15.57


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di Adelmina Meier

E meno male che l’Amministratore Delegato della Rai, commentando la messa in onda del “Don Carlo” della Scala, aveva detto, con orgoglio: “Abbiamo scritto una bella pagina di cultura”. Il poverino non sapeva che al TG1 delle 13 e 30, in una cronaca da incorniciare, Stefano Fumagalli avrebbe inquadrato nel Rinascimento il famoso “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia!” urlato dal loggione della Scala. In tempo decadente del Servizio Pubblico, con il Tg1 che fa da staffetta, Risorgimento e Rinascimento pari sono, vaffanculo allo scarto secolare.

Dicevamo, un servizio da incorniciare in una cronaca sulla prima alla Scala da mettere al petto del Tg1, in un riconoscimento che accomuni direzione e redazione. Si, perchè è della redazione il conduttore che lancia la serie di servizi sulla serata alla Scala con un incipit da cronaca nera: “Sono stati identificati..”. Non i killer, non i rapinatori, non gli stupratori, ma civilissimi cittadini che ricordavamo ( probabilmente a La Russa e suoi camerati di ogni sfaccettatura ) che l’Italia antifascista è nata dalla Resistenza al nazifascismo. Il Tg1 ne ha pure fatto il nome, qualora ci fosse qualche camerata curioso, infastidito e magari manesco.

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Per giustificare il taglio del servizio, aperto dal lancio di Roberto Chinzari come si lancia un fatto di “nera”, il Tg1 ha costruito un pezzo con tutte le contestazioni che la Scala ha registrato nel tempo, come se il richiamo all’antifascismo e alla Resistenza fossero contestazioni, magari deprecabili. Chi aveva ricordato a gran voce i principi basilari della nostra Costituzione, lo ha detto: avrei capito l’identificazione se avessi inneggiato al fascismo. Elementare, ma non per chi alle elementari dovrebbe tornare per un ripasso della storia, intanto, poi per sfogliare i bistrattati libri di Educazione civica.

Lasciando per un attimo il TG1 alla deriva, sul piano politico resta da chiarire il perché dell’identificazione di chi si era “macchiato” di ricordare i primi articoli della Carta Costituzionale. La polizia dice che l’identificazione non è legata al “Viva la Resistenza!” e al “Viva l’Italia antifascista!”. E allora, perché? O forse, per chi è stata fatta? Forse per chi era sul palco, e a caldo ha criticato nel più volgare dei modi quei due richiami alle radici democratiche del nostro Paese?

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Per chiudere, torniamo al Tg1 con una notazione: nello stesso TG delle 13 e 30, poco prima delle sublimi pagine sulla prima alla Scala, lo stesso TG1 aveva raccontato di Mattarella. Andato nel Casertano per ricordare centinaia di soldati italiani che scelsero di combattere contro il nazifascismo, schierandosi con chi iniziava la Resistenza e costruiva l’Italia antifascista. Pazienza, il Tg1 si fa solo con una mano, la destra. E la redazione tace, forse pensando a quel “Taci!” non di rinascimentale memoria.

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