A Novara i no vax e i no green pass hanno sfilato camuffati come prigionieri dei lager nazisti. Ebrei, ma anche zingari, omosessuali, testimoni di Geova oppure comunisti, socialisti e oppositori politici.
Lager nei quali si moriva e chi non moriva sopravviveva tra privazoni e stenti, talota convicendo con il senso di colpa per non essere morto a differenza di tanti altri sventurati.
Così dal “Pojana” è arrivata una mirabile testimonianza, ossia il racconto della vita di suo padre che a 17 anni, nel 1944, fu deportato in un campo di concentramento in Austria perché faceva parte di un gruppo di partigiani.
Un racconto ironico e commovente, con un finale triste, ossia il senso di colpa del padre sovravvissuto la la poca voglia di raccontare gli orrori nazisti che aveva visto durante la prigionia.
E così Andrea Pennacchi paragonando la storia del padre con chi usa a sproposito i simboli dei lager nazisti ha detto: “Quelli che ne avrebbero dovuto parlare hanno taciuto, chi non avrebbe dovuto, invece, l’ha fatto”.