Non tutti sorridono, Netflix giù negli ascolti: la causa è la fine del lockdown
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Non tutti sorridono, Netflix giù negli ascolti: la causa è la fine del lockdown

Persi 400mila abbonati nel suo mercato di riferimento, Usa e Canada. Nella tv a pagamento due dinamiche: calo dell'8% degli abbonamenti e crescita nella fruizione dei film

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28 Luglio 2021 - 11.03


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Da quando è nata, la piattaforma streaming Netflix ha vissuto soltanto momenti felici, con delle crescite repentine, aiutate anche dalla clausura a causa del Covid.

Finito questo peiodo comincia quello più difficile.

Complici i lockdown forzati, il 2020 è stato l’anno d’oro per le piattaforme streaming, ma vaccini e ritrovata libertà danno una frenata all’ascesa. 

Netflix riporta il suo peggior rallentamento nella crescita degli abbonati in otto anni e perde 400mila abbonati nel suo mercato di riferimento, Usa e Canada. 

L’anno pandemico appena trascorso – sottolinea l’Agcom nella sua Relazione annuale –  ha evidenziato l’affermarsi dell’on-demand sia da parte di operatori tradizionali (Rai e Mediaset) che nuovi (Netflix, Amazon Prime, Dazn).

Un primo effetto è stata l’affermazione delle offerte televisive a pagamento sul web che raggiungono una quota pari al 21% e sono le uniche offerte in aumento (+7 punti percentuali). 

Nella televisione a pagamento si sono evidenziate due dinamiche: la prima dovuta alla diminuzione degli eventi sportivi a causa delle norme anti-pandemia che ha determinato anche una contrazione pari all′8,5% degli abbonamenti (dinamica ulteriormente rafforzata dalla marcata contrazione della raccolta pubblicitaria sul mezzo con il -26,1%); la seconda è l’enorme crescita della fruizione di film e intrattenimento dovuta alla forzata permanenza in casa.
Le offerte televisive a pagamento sul web, anche in ragione dell’attrattività esercitata da altri contenuti premium (film e serie tv), hanno presentato un notevole tasso di crescita (+ 44,5%), determinando un superamento dell’idea del palinsesto e di programmazione degli eventi, insieme a una ibridazione di modelli televisivi.

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Ora la crescita rallenta e Netflix, precursore dello streaming a pagamento, si trova adesso a fronteggiare concorrenze sempre più agguerrite, tra cui quella della neonata Disney +. 

Il colosso della tv in streaming ha chiuso il secondo trimestre con ricavi in aumento del 19% a 7,3 miliardi di dollari e un utile netto salito a 1,35 miliardi, o 2,97 dollari per azione, sotto le attese degli analisti.

I nuovi abbonati sono stati 1,54 milioni, sopra le previsioni del mercato che scommetteva su 1,19 milioni.

Tuttavia ha perso 400mila abbonati in casa, negli Stati Uniti e in Canada.
Ad agitare, e far calare inizialmente i titoli del colosso a Wall Street del 5%, sono le stime per il terzo trimestre che sono sotto le attese degli analisti. Per il periodo luglio-settembre il numero di nuovi abbonati è atteso salire di 3,50 milioni, sotto le attese degli analisti.

La società spiega che “la pandemia ha creato una inconsueta variabilità nella nostra crescita e distorto i confronti anno su anno”, e ribadisce di continuare a prevedere un 20% di margine operativo per l’intero 2021 rispetto al 18% del 2020. Il settore “si è consolidato materialmente negli anni e non riteniamo che questo consolidamento abbia influenzato molto la nostra crescita”, osserva Netflix nella lettera agli azionisti.

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