Non è la prima volta che gli inviati del Tg satirico trovano una cattiva accoglienza.
Tre persone sono state arrestate dai carabinieri per aver aggredito la troupe di Striscia la Notizia a Ceccano, nei pressi di Frosinone. “Moreno Morello e quattro operatori sono stati aggrediti con pugni, lanci di sassi, bastoni e attrezzi da giardino”, ha reso noto il tg satirico.
I militari, intervenuti per bloccare i responsabili, sono stati a loro volta strattonati e spintonati.
L’inviato si trovava a Ceccano (Frosinone) per intervistare “Sandokan” – il quale avrebbe truffato l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (Savona) nella fornitura di mascherine
L’uomo era già noto agli spettatori del programma di Antonio Ricci in quanto protagonista in negativo del servizio sulla mancata fornitura di mascherine all’ospedale ligure. In quell’occasione l’uomo aveva minacciato Morello brandendo una scimitarra.
L’inviato del Tg satirico si era recato a Ceccano su segnalazione di alcuni cittadini – caduti vittime della truffa di “Sandokan” – che speravano nell’aiuto di Striscia.
Morello si è detto ancora sconvolto per l’aggressione subita: “Sono stati momenti di panico. Un mio operatore è finito a terra dopo un pugno”, ha raccontato Morello. In effetti, se non fossero intervenute le cinque pattuglie dei carabinieri, probabilmente la situazione sarebbe degenerata vista anche la violenza con cui Sandokan e i due complici avrebbero aggredito lo staff di Striscia.
Addirittura, come dichiarato dall’inviato, ci sarebbero state minacce di morte.
L’aggressore avrebbe messo in moto un meccanismo di truffe online. In pratica prometteva agli interessati la spedizione in tempi molto rapidi delle mascherine se il pagamento avveniva in via anticipata. A quel punto forniva il numero di una postepay da ricaricare, chiedeva un bonifico istantaneo oppure direttamente al telefono tentava di farsi dare i dati del bancomat/carta di credito dal cliente. Ma non è tutto. Dal servizio di Striscia è emerso anche un furto di identità da parte di “Sandokan” che, per perpetrare i propri ‘magheggi’, usava i dati di un’altra persona totalmente estranea ai fatti ma rea di aver avuto contatti con l’uomo per l’acquisto di uno smartphone.