Al vertice Rai c'è il peggio quando serviva il meglio: cresce il fronte contro Foa
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Al vertice Rai c'è il peggio quando serviva il meglio: cresce il fronte contro Foa

Da Anzaldi di Italia Viva a Valeria Fedeli del Pd a Fnsi e Usigrai la richiesta a Crimi (e a Fico) per un accesso agli atti sull'elezioni a presidente che - forse - potrebbero mostrare irregolarità

Marcello Foa
Marcello Foa
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14 Aprile 2020 - 16.14


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di Adelmina Meier
Guardando alla Rai, se si dovesse scegliere una immagine dello scarto tra la massima necessità del momento e la pochezza della risposta, questa immagine sarebbe quella di Marcello Foa, l’uomo recuperato ad hoc da Matteo Salvini per mettere l’acida ciliegina sulla rovinosa sbandata gialloverde impressa a suo tempo al Paese. Tralasciando di tornare alle ragioni recondite e non di quella scelta, il tempo che il Paese si ritrova oggi a vivere impone anche scelte che attraversino e rivedano in profondità il governo del servizio pubblico, l’amministrazione della più grande industria culturale. Nel momento più buio del Paese, quando lo stesso dovrebbe dispiegare il meglio, in via Mazzini c’è il peggio. Che continua imperterrito, nonostante le molteplici falle del governo dell’azienda (pasticcio Conte-Salvini-Meloni compreso) nonostante il vizio iniziale.
Cresce la consapevolezza che così non si può andare avanti, nuove voci invitano a scelte responsabili, le migliori per un’emergenza che non risparmia un solo settore della nostra vita, compreso quello strategico della libera informazione e della cultura. Beppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale dei Giornalisti con un Twitter va al cuore del problema: “Solo per informazione: sono mai state verificate le schede che hanno portato all’elezione di Foa?”.
E Giulietti la domanda la gira a tanti, tra gli altri anche al presidente della Camera, Fico, questo perché c’è da capire le intenzioni dei Cinque Stelle. S alla fine romperanno il silenzio imbarazzato, scegliendo con coraggio e con saggia autocritica di mettere mano a scelte “datate” che si sono dimostrate ampiamente rovinose. Nel caso, anche nel servizio pubblico si potrebbe cominciare a vedere una luce in fondo al tunnel.
“Come fa il nuovo capo dei Cinque Stelle, Vito Crimi – nota Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza, appellandosi al principio di trasparenza, fiore all’occhiello dei Cinque Stelle – a non dare una risposta al segretario dell’Usigrai, Di Trapani, rappresentante dei giornalisti Rai, e al presidente della Fnsi, Giulietti, che chiedono l’accesso agli atti sulla votazione che portò alla nomina di Foa?”.
Tacere è rendersi responsabile di una violazione di legge, è il senso delle parole di Anzaldi. Di riaprire il conteggio di quella votazione parla dal Pd la Fedeli che va oltre e chiede di conoscere anche gli atti secretati delle audizioni in Vigilanza dello stesso Foa e di Salini a proposito di una altro scandaloso capitolo, quello delle mail truffa, in perfetto stile Totò e Peppino davanti alla fontana di Trevi. La ricordiamo, una tentata, misteriosa quanto clamorosa truffa messa in atto da un finto Tria a danno delle casse del Servizio Pubblico.
Ma questa è un’altra storia, una delle tante che farebbero arrossire anche la peggiore governance Rai ante Foa. “Crimi dia l’ok per accedere agli atti sulla nomina di Foa”, insiste Michele Anzaldi di Iv. Come fa il capo politico dei 5 Stelle, Vito Crimi – ricorda il segretario della Vigilanza – l’uomo che ha portato lo streaming negli incontri politici, a non rispondere alla crescente richiesta di fare chiarezza su quella nomina?
“Mai come oggi – incalza Anzaldi –  la mancanza di un presidente del servizio pubblico è sotto gli occhi di tutti. Gli appelli e le critiche sulle mancanze del servizio pubblico in questo momento sono giunti da ogni settore della società italiana, dagli intellettuali al giornalismo. Come fa Crimi a non ascoltarli?”. La parola passa a Crimi, ai Cinque Stelle. E non c’è tanto tempo da perdere. Nelle emergenze – ce lo sta insegnando La Lombardia alle prese col coronavirus – gli errori si pagano.

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