L'Isola dei Famosi? Per me può pure affondare
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L'Isola dei Famosi? Per me può pure affondare

Non ho visto neanche un fotogramma dell’Isola, ma non credo serva: mi è bastato ascoltare su Mediaset le volgarità da caserma sulle "dimensioni" di Rocco Siffredi.

L'Isola dei Famosi? Per me può pure affondare
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5 Febbraio 2015 - 17.27


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di Piero Montanari

Si può criticare ciò che che non si conosce? La risposta è facile: no, assolutamente, perché un conto è il giudizio e un altro il pregiudizio. Quindi il buon senso detta una regola, e cioè se devi dire male di qualcuno, sarebbe meglio approfondire.

Il preambolo che sembrerebbe ispirato da M.eur De Lapalisse è utile per capire che talvolta non è così, che si può invece dire male di qualcuno o di qualcosa che non si è visto o non si conosce, solo perché si intuisce che quella certa cosa non è buona, non va bene, può addirittura essere ‘esiziale’.

Dichiaro, quindi, di non aver visto neanche un fotogramma dell’Isola dei Famosi 2015, il reality in onda su Canale 5 ogni lunedì e ogni giorno con riassuntino (come se non bastasse), ma ho sentito e letto che la prima puntata, quella poi abortita per via del maltempo, ha realizzato oltre 5 milioni e mezzo di telespettatori, con uno share che è arrivato al 42% (senza parlare dei grandi numeri sui social e i 200 mila tweet) per la gioia del direttore della rete Giancarlo Scheri e di tutta la baracca.

Al di là di ogni discorso moralista che evitiamo di fare, già molti anni fa affrontammo, parlando del Grande Fratello, l’idea perversa di mettere dei tizi, famosi o no, in un recinto chiuso (fosse una casa o un’isola), senza possibilità di uscire, per osservarli dal buco della chiave vivere ogni giorno nelle loro dinamiche di gruppo, tra liti, innamoramenti, simpatie, odi, prove di abilità, di coraggio e amenità varie, facendo leva sul voyerismo morboso di chi guarda.

Vietato affermare, a giustificazione, che è spettacolo, divertissement, leggerezza, perché sappiamo che si può fare tutto questo con altre qualità, con altre idee. Siamo, secondo me, all’interno del peggior obbrobrio televisivo che neanche il filosofo Karl Popper, con la sua cattiva maestra tv, avrebbe mai potuto immaginare. Altro segno dei tempi.

Non ho visto neanche un fotogramma dell’Isola, ma non credo serva. Mi è bastato ascoltare, tra le varie presentazioni del programma sui canali Mediaset, le allusioni al “fallo” del superdotato pornoattore Rocco Siffredi, personaggio di punta del cast. E’ stato un continuo di frasi del tipo “io arrivo fino in fondo quando faccio una cosa” o “Rocco, mettiti davanti, non nasconderti dietro al gruppo, se non stai davanti tu, chi altri?” sempre per sciorinare volgarità da caserma sulle dimensioni degli attributi di Rocco, vera “trovata” di questa edizione (immaginiamo Siffredi aggirarsi seminudo tra le fronde dell’isola, con gli occhi di chi guarda sempre rivolti a una sua parte anatomica…), Lo immaginiamo solo, però, perché, almeno per quanto ci riguarda, non ne vedremo neanche un fotogramma.

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