Ciao, Candida
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Ciao, Candida

Anche GiULiA e Globalist sono in lutto per la scomparsa di Candida Curzi, giornalista dell'Ansa, consigliera Inpgi. Collega straordinaria. Amica. [Silvia Garambois]

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29 Novembre 2013 - 19.31


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Candida ha lasciato l’Ansa ad agosto: prepensionamento. Nel suo comunicato la Fnsi ha ricordato che aveva lasciato il giornale “con un ultimo e discreto richiamo ad una maggiore presenza femminile anche nelle figure apicali della professione”. Certo, lei sindacalista, lei caporedattrice, lei che aveva guidato il servizio culturale della maggiore agenzia d’informazione italiana, quella battaglia non l’ha mai lasciata. Era, naturalmente, tra le prime ad aver aderito a GiULiA.

Nei necrologi tornano quelle parole: “cronista di razza, appassionata e rigorosa”, “tosta e battagliera”. Era così: rigorosa e battagliera. La dignità e il coraggio. Una presenza sicura, che dava sicurezza: avendo percorso insieme a lei un tratto di strada nel sindacato prima e all’Inpgi poi è la sua grande libertà intellettuale che resta per me il tratto che meglio la connotava.

In queste ore così tristi – se ne è andata con grande riserbo, ha celato la malattia quasi con timidezza – la sua scomparsa è vissuta come un lutto doloroso nel mondo del giornalismo. Tanti ricordano la sua famiglia, un pezzo importante della sua biografia: papà Sandro Curzi, mamma Bruna Bellonzi, il marito Vitantonio Lopez, a lungo caporedattore del Fatto… Una famiglia di giornalisti. Un cognome “pesante”.

Eppure lei, come Bruna – che ci ha lasciati solo all’inizio di ottobre – non erano all’ombra del nome del padre. La personalità prepotente di Sandro Curzi (segretario della Fnsi, direttore del Tg3, direttore di Liberazione…) nulla poteva con quelle due donne, la moglie e la figlia. Quelle due “giornaliste di razza”. E Candida aveva forse imparato proprio da Bruna ad essere cosi diretta, a non far sconti a nessuno, cominciando da se stessa.

E’ così difficile salutarti, ora, Candida. Le parole diventano pesanti. Troppo giovane, 59 anni solo il prossimo gennaio. E bella. E poi i tuoi figli, Emilio, Corallina e Olivia. E già nonna… Dicevi che la pensione ti avrebbe dato più tempo per occuparti dell’Inpgi, dove eri stata eletta con una valanga di voti. Avevamo tante cose ancora da fare…

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