Ora paghino tutti, anche le tv
Top

Ora paghino tutti, anche le tv

Nuove frequenze tv, annullata l'assegnazione gratuita, ora le emittenti dovranno acquistarle. Stoppato l'ultimo regalo dell'ex ministro Romani a Berlusconi.

Ora paghino tutti, anche le tv
Preroll

Desk1 Modifica articolo

17 Dicembre 2011 - 20.28


ATF
Redazione

Babbo Natale Tv. Il governo ha accolto alla Camera due ordini del giorno di Idv e Lega, che lo impegna ad annullare l’assegnazione gratuita delle frequenze Tv con una successiva asta «a titolo oneroso». L’ordine del giorno della Lega, di cui il primo firmatario è Roberto Maroni, scrive di soldi e parla di politica: messaggio a Berlusconi e ai suoi interessi personali. Ora, se vuoi estendere il tuo impero televisivo, niente «beauty contest», che voleva dire assegnazione gratuita, ma servono soldi veri. E possibilmente tanti. Da Mediaset ma anche da parte della Rai che, da attuali monopoliste di fatto, si preparavano a incassare gratuitamente altre frequenze del digitale terrestre

Messaggio leghista. La Lega ora di lotta, per vendetta nei confronti dell’alleato di governo, l’Idv  per fare sempre il “Bastian contrario”, il Pd con Gentiloni ad inseguire un po’ di equità evidente nei sacrifici, impegnano il governo Monti. Vincolato «a procedere ad un’attenta e sollecita verifica degli effetti giuridici ed economici dell’adozione di un diverso processo di assegnazione delle frequenze televisive, nell’interesse generale della collettività sia con riguardo agli aspetti finanziari sia per quanto riguarda il rafforzamento del pluralismo del settore televisivo e dell’informazione».   Tradotto, avremo forse qualche tv in più, voci diverse dal coro, e 4-5 miliardi da incassare. Forse.

Leggi anche:  Michele De Pascale: breve storia del giovane dirigente del Pd eletto presidente dell'Emilia Romagna

Rai piange Mediaset non ride. Passaggio difficile per i grandi gruppi televisivi questo. Dei conti della Rai si parla sovente e sono dolori e tagli. Di quelli Mediaset di fatto si tace. Ma “se Atena piange, Sparta non ride”. Nello stesso giorno in cui proclama con enfasi la propria superiorità sul target commerciale (quella fascia di pubblico tra i 15 e i 64 anni), avendo raggiunto –si legge nei comunicati ufficiali– «il primato assoluto sugli altri competitor in tutte le fasce orarie», Mediaset lascia a casa alcuni dei giornalisti che a questo successo contribuiscono quotidianamente. Martedì scorso, l’assemblea dei giornalisti di Videonews ha annunciato lo stato di agitazione permanente.

Canale 5 sparagnino. Videonews è la testata di Mediaset che realizza approfondimenti come Matrix, Quarto Grado, Verissimo e i contenitori Mattino 5, Pomeriggio 5 e Domenica 5 (la cui chiusura dopo la pausa natalizia, causa bassi ascolti, è già stata ufficializzata). Tre di quelli che comunemente si definiscono TD (giornalisti assunti a tempo determinato) resteranno a casa dopo Natale: il loro contratto, in scadenza a fine anno, non sarà rinnovato. Le ragioni, hanno reso noto i vertici al comitato di redazione, sono puramente economiche. Ma dure, durissime. L’azienda rinnoverà solo i contratti dei precari più anziani. Per gli altri precari più precari, niente da fare.

Leggi anche:  Tagli alla legalità: il Pd denuncia il governo per il disimpegno su mafia, corruzione e giustizia

Matrix galleggia. Sarà anche vero che il talk show Matrix, condotto da Alessio Vinci non chiude (come si vociferava nei giorni scorsi per scarsi ascolti), ma aumenta gli appuntamenti settimanali da due a tre; eppure, la crisi è arrivata anche a Mediaset e i segnali sono tangibili. Il lancio di Tgcom24, l’All News berlusconiana tanto pubblicizzata, per esempio è avvenuto senza assumere nemmeno un nuovo dipendente e puntando sul trasferimento interno dalle redazioni periferiche degli altri Tg. Inoltre, tornando a Videonews, sono stati annunciati tagli ai compensi per i collaboratori esterni dei programmi: giornalisti free lance che vengono retribuiti a pezzo.

Riprese esterne addio. Non viaggia in acque più allegre la concorrente privata Sky che riduce all’osso la sue stesse strutture produttive delle “All News” basate, in gran parte, sulla rotazione vorticosa di precari a termine. Meno selvaggi nei modi ma non nella sostanza i tagli in Rai. Radicale taglio alla struttura delle “Riprese esterne pesanti”, quell’insieme di Supercar di regia e ripresa per eventi che spesso restano ferme nei garage e negli uffici in attesa di emergenze. Basta Pompieri dell’evento, dice la Rai. Meglio affittare quando serve da ditte esterne. Ed ecco un esubero previsto di 400 persone nei centri di produzione di Roma, Milano, Torino e Napoli. Scioperi in vista.

Native

Articoli correlati