Il Covid in Cina dilaga e fa preoccupare il mondo: 500mila casi al giorno solo nella città di Qingdao
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Il Covid in Cina dilaga e fa preoccupare il mondo: 500mila casi al giorno solo nella città di Qingdao

La Cina stima che circa 250 milioni di persone, il 18% della sua popolazione, hanno contratto il Covid nei primi 20 giorni di dicembre.

Il Covid in Cina dilaga e fa preoccupare il mondo: 500mila casi al giorno solo nella città di Qingdao
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24 Dicembre 2022 - 09.53


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Nella città di Qingdao mezzo milione di persone vengono infettate ogni giorno: lo ha affermato un alto funzionario della Sanità locale, in un rapporto condiviso sui social ma “corretto” nel giro di poche ore. Pechino ha cambiato i criteri per definire i decessi da Covid restringendone notevolmente il numero. Tuttavia un notiziario gestito dal Partito Comunista a Qingdao ha riferito che, secondo il capo della Sanità municipale, la città registrava “tra 490mila e 530mila” nuovi casi di Covid al giorno.

Qingdao, città costiera di circa 10 milioni di persone, avrebbe registrato “un periodo di rapida trasmissione avvicinandosi a un picco”. Il tasso di infezione accelererebbe di un altro 10% durante il fine settimana. Il rapporto è stato condiviso da diversi altri organi di stampa, ma sembra essere stato modificato dopo poche ore per rimuovere le cifre.

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha dichiarato che le nuove infezioni registrate a livello nazionale ieri sono state 4.103, senza nuovi decessi. Nello Shandong, la provincia in cui si trova Qingdao, le autorità hanno registrato ufficialmente solo 31 nuovi casi domestici.

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“Nel Paese 250 milioni di contagi in 20 giorni” – La Cina stima che circa 250 milioni di persone, il 18% della sua popolazione, hanno contratto il Covid nei primi 20 giorni di dicembre. Lo riporta il Financial Times citando i dati forniti nel corso di un incontro a porte chiuse da Sun Yang, vice direttore del centro per il controllo e la prevenzione cinese. I dati sono in deciso contrasto rispetto a quelli ufficiali della National Health Commission che, nello stesso arco di tempo, ha parlato di 62.592 casi. 

Il tasso di diffusione del Covid, ha specificato Sun Yang, sta ulteriormente aumentando e con ogni probabilità oltre la metà della popolazione di Pechino e Sichuan è già stata infettata. Una situazione che rischia di andare completamente fuori controllo a partire da gennaio, con le lunghe festività del capodanno cinese, quando centinaia di milioni di persone si spostano attraverso il Paese. Sul numero dei morti è buio fitto. Le autorità hanno parlato di soli 8 decessi dal primo dicembre e negli ultimi giorni hanno modificato la definizione di “morte da covid” in maniera da ridurre il numero dei decessi attribuibili al virus.

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La situazione – La realtà che emerge dalle testimonianze di giornalisti stranieri, di imprese di pompe funebri e dal balzo della mole di lavoro dei forni crematori praticamente al collasso è un’altra. Giovedì, ha constatato l’Afp, in un unico crematorio di Chongqing, città di oltre 30 milioni di abitanti nel sud ovest del Paese, sono stati scaricati 40 corpi in due ore. Al People’s Hospital numero 5 della stessa metropoli, ormai stracolmo, perfino l’atrio d’ingresso principale è stato trasformato in un reparto Covid. Stesse scene in un ospedale di Shangai, sempre secondo l’Afp, dove la reception e i corridoi sono diventati camerate improvvisate per accogliere i malati.

Intanto, in tutta la Cina è corsa ai kit fai da te e ai farmaci di base dopo che i pazienti con sintomi lievi sono stati invitati a curarsi in casa. Le farmacie sono sfornite anche perché il governo ha requisito le scorte per rifornire gli ospedali. Già quattro giorni fa le autorità cinesi, in un flusso altalenante di informazioni date e negate, avevano ammesso che è “impossibile” per il sistema tracciare il numero di nuovi infetti dopo l’allentamento delle severe restrizioni e dei lockdown in vigore dal 2020 a seguito delle proteste della gente esasperata dalla gestione poliziesca della pandemia.

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Si temono nuove mutazioni – L’ondata di contagi rischia di innescare nuove mutazioni, hanno osservato molti esperti fuori dal Paese. Dagli Stati Uniti è arrivata una richiesta di maggiore trasparenza. “È importante per tutti i Paesi, inclusa la Cina, concentrarsi sulle vaccinazioni, sul rendere i test e le cure disponibili ed è importante condividere le informazioni con il mondo perché le implicazioni” vanno al di là della Cina, aveva detto giovedì il segretario di Stato americano Antony Blinken.

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