Contagi in risalita e decessi a quota 176, il dato più alto da marzo. Ma nonostante i numeri la situazione sta cambiando avverte Cesare Cislaghi. «Il martedì ci sono sempre quattro volte i casi del lunedì. Sembra un paradosso – spiega il già presidente della Società italiana di epidemiologia – ma oggi i contagi sono diminuiti abbastanza se si lavora sulle medie di 7 giorni. I 120.683 nuovi contagi di oggi, 7 giorni fa erano 142mila. Una situazione di adesso diversa, seppur 120mila casi sono una enormità». I decessi – aggiunge – sono riferiti ai ricoveri di circa tre settimane fa e arriveremo nei prossimi giorni a superare i 200, se aumentano i positivi – conclude – aumentano i morti”.
Ma l’Oms avverte: «L’autunno e l’inverno si annunciano difficili». In sei settimane – avverte l’Organizzazione – il numero di casi di Covid-19 nei 53 paesi della regione europea monitorata dall’Oms (che include anche Paesi dell’Asia centrale) è triplicato «avvicinandosi ai tre milioni di casi registrati la scorsa settimana».
In Italia nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 120.683 (con 519.284 tamponi) un balzo dopo la giornata festiva di domenica quando ne erano stati rilevati 31.205 ma con soli 135.642 test. Le vittime sono invece 176 (anche se 26 sono state ricalcolate da tre regione, Abruzzo, Campania e Sicilia perché riferite ai giorni precedenti). Il tasso si mantiene sostanzialmente stabile, al 23,2. Sono invece 413 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 4 meno di ieri. Gli ingressi giornalieri sono 50. I ricoverati nei reparti ordinari sono 10.975, rispetto a ieri 127 in più. Calano, anche se solo di 1.454, gli italiani positivi al Coronavirus che sono attualmente 1.452.941.
E la pressione sugli ospedali è registrata anche dall’Agenas che rileva nei reparti di area non critica un’occupazione del 17% con un rialzo di un punto in 24 ore e sopra la soglia critica. Il 18 luglio di un anno fa il valore si attestava al 2%. Ad aumentare di un punto è anche la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid, che sale al 5% e che un anno fa era al 2%.
A livello regionale la percentuale di posti nei reparti di area medica nell’arco di 24 ore cresce in 9 regioni, con l’Umbria al 43%, seguita da Calabria (34%), Valle d’Aosta (32%), Friuli Venezia Giulia (23%), Abruzzo e Marche al 20%, Campania (19%), Emilia Romagna (18%) e Piemonte (9%). L’occupazione dei posti nelle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 cresce in 5 regioni ma nessuna supera lansoglia del 10%: Abruzzo (al 3%), Campania (7%), Emilia Romagna (6%), Pa Trento (3%) e Toscana (6%). Intanto il ministero sta valutando l’andamento della curva epidemica per rispondere alle richieste delle regioni sull’isolamento domiciliare dei casi Covid positivi. «Sappiamo che il ministero sta lavorando sull’argomento delle quarantene. Quando avrà completato le sue valutazioni, valuteremo a nostra volta», ha detto a margine di un evento di Italia Longeva il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Dal direttore generale per la Prevenzione del ministero, Gianni Rezza, arriva l’invito a fare il secondo booster. «Possiamo cominciare a riavaccinarci», ha detto, annunciando di aver fatto la quarta dose.
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