Ottimo consiglio perché spesso molte donne non riescono o non vogliono o non possono spezzare legami ‘tossici’ mentre bisognerebbe farlo.
Ovviamente non è facile, ma una scelta difficile e dolorosa può evitare l’inferno.
L’ex presidente della Camera ne è convinta.
“Oggi alla presenza di oltre 250 persone fra insegnanti, studenti e studentesse dei licei e delle università, associazioni, sindacati, vittime di violenza, centri antiviolenza, avvocate, magistrate, consigliere di parità, attivisti e attiviste, si è svolto l’evento organizzato dall’Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità di cui sono coordinatrice, dedicato ai dieci anni dall’apertura alla firma della Convenzione di Istanbul, in occasione delle celebrazioni del 25 novembre. La Convenzione di Istanbul è una pietra miliare nella lotta contro la violenza di genere perché afferma un principio chiave: la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani, non una faccenda privata da trattare in famiglia. Lo Stato se ne deve quindi occupare. Ringrazio per la partecipazione il Presidente della Camera Roberto Fico, la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, la Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio Valeria Valente e il Presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Rik Daems”.
Lo afferma in una nota Laura Boldrini, deputata Pd e coordinatrice dell’Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità.
“Tutti gli interventi – ha aggiunto – sono stati interessanti e pieni di proposte, in particolare quelli di Alessandro e di Giorgia, studente e studentessa del liceo ‘Peano’ di Roma. Ho apprezzato molto il sentito coinvolgimento nella battaglia per la parità di genere e la consapevolezza che sono loro a dover essere protagonisti del cambiamento. Odio e misoginia, anche online, vanno sconfitti prima che diventino violenza materiale. Ecco perché nel mio intervento ho scelto di rivolgermi ai giovani e alle giovani presenti, esortando i ragazzi a non compiere mai e poi atti di violenza, a non sentirsi forti o soggetti da ammirare nel dare uno schiaffo alla fidanzata, o nel vietarla di uscire in loro assenza, o nello sminuirla agli occhi degli altri; e spronando le ragazze a non farsi ingannare e a lasciare i fidanzati che si comportano così. Chi ama davvero rispetta la compagna, non cerca di sottometterla. Insomma, deve cambiare la mentalità delle persone: non basta affidarsi alle norme, che pure sono importanti. Senza una rivoluzione culturale, gli stupri e i femminicidi continueranno a essere perpetrati, e noi finiremo per restare alla finestra in attesa di veder passare la prossima vittima”.