Il dilemma tra rispetto dei generi per non discriminare e corretto utilizzo della lingua italiana è ancora irrisolto e soprattutto crea molte polemiche.
Non più “studente” o “studentessa”, ma “student“, non più “ragazzo” o “ragazza”, ma “ragazz“.
Il liceo classico Cavour di Torino prende una posizione chiara sulla questione di genere, schierandosi dalla parte del concetto “fluido” e scegliendo l’asterisco al posto di sostantivi e aggettivi connotativi dal punto di vista sessuale.
La scuola aderisce infatti a “Noi siamo pari”, progetto del Miur per lavorare sui temi dell’inclusione di genere.
La decisione era stata presa a maggio dal Consiglio d’Istituto, su proposta di un docente nella cui una persona era in transizione di genere.
“Le generazioni che frequentano adesso le superiori sono molto avanti”, ha affermato il preside Vincenzo Salcone.
“C’è una grande sensibilità verso questi temi e la risposta è stata estremamente positiva. Abbiamo formalizzato all’interno di un regolamento quello che loro vivono nella quotidianità.
La nostra Costituzione vieta le discriminazioni, incluse quelle sul sesso. Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario, se non dare attuazione al trattato costituzionale nelle nostre normative interne”.
La polemica di Fratelli d’Italia
La vicenda non è però piaciuta alla parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, secondo la quale “esiste un modo per non discriminare che non storpia l’italiano.
In questo la scuola dovrebbe dare l’esempio, non cedere a provvedimenti ideologici che, peraltro, anziché difendere l’identità di ognuno l’annientano”.
La deputata torinese ha così annunciato l’intenzione di scrivere al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per un “approfondimento” sulla decisione del liceo Cavour.