Perché Francesco chiede di 'smilitarizzare' i cuori e produrre 'compassione'
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Perché Francesco chiede di 'smilitarizzare' i cuori e produrre 'compassione'

Sul palco Sant’Egidio ha portato il papa, Angela Merkel, il patriarca di Costantinopoli, il rabbino capo di Mosca e l’imam di al-Azhar, la più autorevole università islamica sunnita.

Papa Francesco con le altre autorità religiose
Papa Francesco con le altre autorità religiose
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

8 Ottobre 2021 - 17.22


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Popoli fratelli, terra futura. Il grande incontro interreligioso nel nome della fratellanza umana, una visione efficacemente riassunta da papa Francesco con la formula “religioni sorelle, per fare degli uomini dei fratelli”, si è concluso per scelta dei promotori, la Comunità di Sant’Egidio, davanti al Colosseo. Il messaggio è universale e chiarissimo: la vita degli altri non è un gioco. Sul palco Sant’Egidio ha portato il papa, Angela Merkel, il patriarca di Costantinopoli, il rabbino capo di Mosca e l’imam di al-Azhar, la più autorevole università islamica sunnita. E proprio lui, Ahmad Tayyeb, ha dato la cifra della fratellanza negata. Il suo discorso, semplice e pacato, ha indicato lo scandalo del vaccino negato ai popoli del sud del mondo, con un continente come l’Africa dove i vaccinati rimangono tra il due e tre per conto. E’ questa l’istantanea più efficace di quella che papa Francesco ha chiamato un’economia che uccide, della globalizzazione reale, centrata sul primato della finanza e della speculazione. Il continente dell’oro e dei minerali, ha detto al-Tayyeb, è il continente senza vaccini. I cinque milioni di vittime del Covid hanno insegnato al mondo tutto ciò che potevano insegnare? 

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Angela Merkel, che in poche ore di soggiorno romano ha saputo toccare il tema degli abusi partecipando a un importante incontro presso promosso a La Civiltà Cattolica, i temi internazionali recandosi a Sant’Egidio, ha ricordato i fondamenti dell’Europa, che senza il rispetto della dignità di ogni individuo, quindi della nostra fratellanza umana, spariscono. Libertà e uguaglianza, è venuto da pensare ascoltandola al Colosseo, trovano un senso compiuto nella terza parola, “fratellanza”. Altrimenti di quale libertà staremmo parlando? E di quella giustizia si parlerebbe? Della giustizia dei tribunali? Tutto questo ha trovato nelle parole dell’imam al-Tayyeb una eco globale. Dov’è la dignità di un intero continente, cosa significa il Terzo Mondo per la globalizzazione reale, per la sua economia, per la sua visione dei rapporti e dell’uomo? 

Il discorso di papa Francesco è stato il compimento di una cerimonia che ha parlato dell’oggi, non di astrazioni. Della crisi ambientale e delle guerre, dell’aria piena di sostanza tossiche come è pieno di sostanza tossiche il nostro confronto. “Smilitarizzazione dei cuori, produzione di compassione”, i due slogan del papa della fratellanza, scanditi davanti al Colosseo, il monumento del gioco con la vita dell’altro, del sangue oggetto di svago: “ Oggi, nella società globalizzata che spettacolarizza il dolore ma non lo compatisce, abbiamo bisogno di costruire compassione”, costruire compassione. Di sentire laltro, di fare proprie le sue sofferenze, di riconoscerne il volto. Questo è il vero coraggio, ‘il coraggio della compassione’, che fa andare oltre il quieto vivere, oltre il ‘non mi riguarda’ e il ‘non mi appartiene’.”

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Dopo essersi sulla produzione di compassione è arrivato alla smilitarizzazione del cuori: il Papa rievoca il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune – firmato ad Abu Dhabi insieme al Grande Imam di Al Azhar e ripete le parole che usò due anni fa proprio negli Emirati Arabi Uniti: la necessità di “smilitarizzare il cuore dell’uomo”: “Con parole chiare incoraggiamo a questo: a deporre le armi, a ridurre le spese militari per provvedere ai bisogni umanitari, a convertire gli strumenti di morte in strumenti di vita. Non siano parole vuote, ma richieste insistenti che eleviamo per il bene dei nostri fratelli, contro la guerra e la morte, in nome di Colui che è pace e vita. Meno armi e più cibo, meno ipocrisia e più trasparenza, più vaccini distribuiti equamente e meno fucili venduti sprovvedutamente”. Quindi il papa ha voluto portare sul palco anche l’altra grande comunità islamica, gli sciiti, dicendo: “In nome della pace disinneschiamo, vi prego, in ogni tradizione religiosa, la tentazione fondamentalista, ogni insinuazione a fare del fratello un nemico. Mentre tanti sono presi da antagonismi, fazioni e giochi di parte, noi facciamo risuonare quel detto dellImam Ali: Le persone sono di due tipi: o tuoi fratelli nella fede o tuoi simili nellumanità. Non c’è un’altra divisione”.

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Ovviamente non sono mancati all’emergenza ambientale, ripresi dal professore Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio nel suo discorso. “Il mondo di ieri non c’è più”, ha detto Riccardi citando il patriarca Bartolomeo e dando la cifra di cosa sia il mondo d’oggi. Una sfida globale da affrontarsi insieme, ma come una sfida sola. 

  

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