Il Papa tuona sulla strage di migranti: "Interroghiamoci, è il momento della vergogna"
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Il Papa tuona sulla strage di migranti: "Interroghiamoci, è il momento della vergogna"

Francesco al Regina Coeli: "Sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nel Mediterraneo. Centotrenta migranti morti in mare dopo aver chiesto aiuto per due giorni"

Papa Francesco
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25 Aprile 2021 - 10.43


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Parole durissime: “Interroghiamoci tutti, è il momento della vergogna”. Il Papa, al Regina Coeli, ha dato voce al suo dolore per l’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo e utilizza parole inequivocabili per denunciare come i tanti morti in mare siano vittime dell’indifferenza.
“Vi confesso – dice Bergoglio a braccio – che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nel Mediterraneo. Centotrenta migranti morti in mare: sono persone, vite umane che per due giorni hanno implorato invano aiuto che non è arrivato”.
Da qui la sferzata: “Fratelli e sorelle interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia, è il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi . Anche preghiamo per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio insieme per loro”.
Le altre parole dell’Angelus
Gesù è il ”vero pastore che difende, conosce e ama le sue pecore. A Lui si contrappone il ‘mercenario’, al quale non importano le pecore, perché non sono sue. Fa questo mestiere solo per la paga, e non si preoccupa di difenderle: quando arriva il lupo fugge e le abbandona”. Lo sottolinea il Papa al Regina Coeli, di nuovo in piazza San Pietro.
”Gesù, pastore vero, – dice Francesco- ci difende e ci salva in tante situazioni difficili, pericolose, mediante la luce della sua parola e la forza della sua presenza, che sperimentiamo specialmente nei Sacramenti”.
Bergoglio sottolinea un secondo aspetto: ”Gesù, pastore buono, conosce le sue pecore e le pecore conoscono Lui. Come è bello e consolante sapere che Gesù ci conosce ad uno ad uno, che non siamo degli anonimi per Lui, che il nostro nome gli è noto! Per Lui non siamo ‘massa’, ‘moltitudine’ no. Siamo persone uniche, ciascuno con la propria storia, ciascuno con il proprio valore, sia in quanto creatura sia in quanto redento da Cristo. Ognuno di noi può dire: Gesù mi conosce! È vero, è così: Lui ci conosce come nessun altro. Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti. Gesù conosce i nostri pregi e i nostri difetti, ed è sempre pronto a prendersi cura di noi, per sanare le piaghe dei nostri errori con l’abbondanza della sua grazia”.
C’è’ un altro aspetto: ” L’amore di Cristo non è selettivo, abbraccia tutti. Ce lo ricorda Lui stesso nel Vangelo di oggi, quando dice: ‘E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.’ Queste parole attestano la sua ansia universale, è pastore di tutti: Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e avere la vita”.
Da qui il monito: ”La Chiesa è chiamata a portare avanti questa missione universale di Cristo. Oltre a quanti frequentano le nostre comunità, ci sono, la maggioranza, tante persone che lo fanno solo in casi particolari oppure mai. Ma non per questo non sono figli di Dio, che il Padre affida a Cristo Buon Pastore. Per tutti e per ciascuno Gesù ha dato la vita. E a tutti e ciascuno noi cristiani dobbiamo testimoniare il suo amore, con atteggiamento umile e fraterno’

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