Il virologo Palù: "Non è eresia dire che il Sars-CoV-2 non sia del tutto naturale"

Palù: "Non va dimenticato che viene dalla Cina, che è stato taciuto per mesi con la disattenzione dell’Oms e che anche nel 2002 per Sars-Cov-1 i cinesi stettero zitti a lungo”

Giorgio Palù
Giorgio Palù
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4 Agosto 2020 - 08.14


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In un’intervista a La Stampa il virologo dell’Università di Padova Giorgio Palù, ex presidente della società europea di virologia che al momento è impegnato nella stesura di un libro sul Coronavirus, ha dichiarato: “Il sospetto che il Sars-Cov-2 non sia naturale non è un’eresia. Contiene innesti che possono arrivare dagli animali, ma anche dall’uomo”.
“Non va dimenticato che viene dalla Cina, che è stato taciuto per mesi con la disattenzione dell’Oms e che anche nel 2002 per Sars-Cov-1 i cinesi stettero zitti a lungo” ha detto Palù.

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“Come nei fenomeni fisici la pandemia si sparge da est a ovest e da nord a sud, attenuandosi col caldo e riemergendo col freddo. È un coronavirus che infetta la specie umana destinato a durare per generazioni. Ha una mortalità del 3,8 per cento contando i positivi al tampone, ma dell′1,5 se si calcolano tutti i contagiati. Lo scenario probabile è che rimanga senza diventare più virulento, coesistendo con l’uomo fino al vaccino o a un farmaco specifico. Questo non vuol dire che possiamo dormire sonni tranquilli”.

Rispondendo al medico Zangrillo del San Raffaele, che sostiene che il virus sia meno pericoloso, Palù ha affermato: “Rispetto al virus iniziale di Wuhan, per la verità, quello che gira in Italia ha un’unica mutazione dimostrata che gli conferisce più contagiosità. Non sappiamo se successivi sviluppi lo abbiano reso meno virulento”.

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