Il summit dei Conservatori peggio di Verona: "A scuola non si studia la Bibbia ma l'illuminismo"
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Il summit dei Conservatori peggio di Verona: "A scuola non si studia la Bibbia ma l'illuminismo"

Reazionari e tradizionalisti si ritrovano a Roma all'insegna del motto "God, honor, country". Ovazione per Yoram Hazony dopo una sua filippica contro l'Unione Europea e l'Euro

Yoram Hazony, presidente della Fondazione Edmund Burke
Yoram Hazony, presidente della Fondazione Edmund Burke
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4 Febbraio 2020 - 14.02


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Tra gli obiettivi c’è quello di appropriarsi dell’immagine di Giovanni Paolo II, Papa da contrapporre all’odiosissimo Bergoglio.
E in secondo luogo proseguire l’opera di Bannon di distruzione dell’Unione Europea, visto che tanti staterelli divisi tra di loro è quanto sperano le grandi potenze.
E qualcosa è emerso:
“Che razza di popolo è quello che usa l’euro?”. I conservatori internazionali si sono riuniti all’Hotel Plaza di Roma all’insegna del motto “God, honor, country”.
Orfani di Matteo Salvini, che ha dato forfait anche per la seconda giornata, i conservatori a Roma sono stati tenuti a battesimo da Giorgia Meloni, sempre più interlocutrice principe dei conservatori italiani.
Marion Marechal Le Pen, il leader di Vox Santiago Abascal, il premier ungherese Viktor Orban sono tra gli ospiti di oggi.
Gli applausi più convinti li ha ricevuti per ora non un politico ma un filosofo, Yoram Hazony, presidente dell’Istituto Herzl di Gerusalemme e presidente della Fondazione Edmund Burke. Il suo libro ‘The Virtue of Nationalism’ è considerato il testo di riferimento dei conservatori internazionali.
Alla platea dell’Hotel Plaza, Hazony regala un lungo appassionato attacco all’euro. A cominciare dalla esaltazione della Brexit. “Quando andate a un matrimonio non sempre siete convinti che sia quello giusto, vero?”, attacca lui con una battuta, prima di richiamare “la grazia di Dio” sugli astanti.
Tutto inizia dalla scuola. Pessima maestra. “Non ci viene insegnata la Bibbia che è la vera filosofia delle nazioni, ma ci vengono fatti studiare i filosofi dell’illuminismo, che sono i filosofi dell’individualismo. Così quel che ci viene insegnato non contiene la nazione, mentre è il mondo delle nazioni libere la nostra più profonda eredità”. Sull’impianto illuminista cresce e prospera l’Unione europea. “Ha disturbato e creato problemi ai conservatori da quando è stata creata. Io non ci credo. Non credo che si possa farla funzionare. Vi auguro tutto il bene, ma la ragione per cui non ci credo è perché l’Ue è una costruzione ideologica basata su una visione de mondo illuminista in cui non c’è spazio per la realtà nei confronti dei legami locali che sono quelli in cui crediamo”.
L’euro testimonia meglio di ogni altra cosa quanto sia fallace questa prospettiva. “La prima volta che ho visto l’euro non riuscivo a credere ai miei occhi. E’ una banconota che rovescia una tradizione di migliaia di anni – dice Hazony- per cui ogni nazione mette sulla propria valuta i volti e i risultati del proprio popolo, in modo che ogni volta che si usa quella valuta, risuona un pezzo della propria storia, della storia del popolo di ognuno”.
Ma l’euro – chiede il guru dei conservatori- cosa rappresenta? “Ponti e simboli che non esistono. E che razza di popolo e’ quello che lo usa? Questa e’ l’ideologia che porta l’Europa a decidere che l’Ungheria non può scegliere chi entra e chi no, o che l’Italia non può decidere chi sia il suo ministro delle finanze. C’e’ un’espressione fortunata: rendere di nuovo grande il vostro paese. Per farlo non e’ necessario rinunciare al controllo sulla propria valuta”.
Il finale e’ un crescendo quasi mistico. “Dio non mi ha messo su questa terra per essere schiavo degli altri, ma per essere responsabile della mia fede, dei miei figli e della nazione. Per questo dobbiamo combattere, e se la Gran Bretagna non lo può fare, nessuno potrà farlo. Francia, Italia e Polonia sono grandi nazioni. E’ assurdo pensare che non possano governare in autonomia, preoccupandosi delle loro frontiere. Oggi voi tutti siete chiamati a vincere la paura e diventare grandi”. Tutti in piedi ad applaudire. 

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