C’è un ragazzino palestinese che ti osserva di sbieco dietro una rete, il solitario piccolo israeliano che sbircia al di là del muro. Ma anche gli anziani che guardano oltre o, almeno, così sembra. E poi le kefiah, il gioco delle carte, il narghilè: sono alcune delle immagini del libro fotografico “Obiettivo Palestina” (edito dalla Graffiti) di Federico Palmieri, di professione consigliere parlamentare della Camera dei Deputati, e grande appassionato di fotografia, viaggi, storia e cultura dei popoli.
Il suo è un racconto per immagini insolito, fatto con occhi ‘vergini’ perché – come confessa lui stesso – è la prima volta che visita queste terre. Uno sguado neofita, che coglie drammi e contraddizioni senza drammatizzarli.
Ci sono anche le armi, e i militari. Giovani che imbracciano il mitra, in divisa con il sorriso sulle labbra. Ma “Obiettivo Palestina” ci parla anche di un mondo che va avanti nonostante tutto, di una vita che procede a dispetto dei fatti e delle divisioni,
L’impressione che si ha è che in quella terra il sole non ci sia mai e, quando lo intuisci dalle ombre, la sua luce non scalda. È lì, ma non illumina.
Toni plumbei figli anche dei muri che con i loro graffiti entrano in tante fotografie. Immagini non iconiche di questa terra, dove gli uomini vivono separati, gli uni segregati, gli altri arroccati, nemici e sconosciuti gli uni agli altri.
“Obiettivo Palestina” verrà presentato a Roma alla libreria La Feltrinelli alla Galleria Alberto Sordi, a Piazza Colonna.
Argomenti: Palestina