È Halloween: ecco come è nata questa festa
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È Halloween: ecco come è nata questa festa

Non è una ricorrenza italiana, ma anche nel nostro Paese ormai si festeggia da anni. Le origini sono antichissime e risalgono al mondo celtico.

È Halloween: ecco come è nata questa festa
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31 Ottobre 2014 - 13.15


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Va in scena la notte piu’ spaventosa dell’anno: è Halloween. Siete pronti a dover affrontare streghe, fantasmi e scheletri per le vie della vostra città? Ma, soprattutto, avete preparato i dolcetti per i bambini che suoneranno alla vostra porta chiedendovi ‘dolcetto o scherzetto’?

Anche se la festa non è italiana, l’atmosfera di Halloween si fa sentire anche per le vie del Bel Paese. Ma quali sono le origini di questa festa? Le origini di Halloween sono antichissime e risalgono al mondo celtico. Per i Celti il nuovo anno aveva inizio il 1 novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo. Alla fine di ottobre, nella cultura e tradizione celtica, il lavoro nei campi era concluso, il raccolto era al sicuro ed i contadini potevano finalmente rilassarsi, preparandosi a vivere chiusi in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.

Ogni 31 ottobre, così, ci si preparava ad aspettare l’inizio del nuovo anno e dei mesi freddi e tenebrosi dando una festa in onore di ‘Samhain’, la divinità della morte. Ogni 31 di ottobre, per i Celti, tutte le leggi dello spazio e del tempo erano come sospese e il velo che divideva il mondo dei vivi dal mondo dei morti si faceva più sottile. In questo giorno si credeva che Samhain chiamasse a sè tutti gli spiriti dei morti, lasciandoli liberi di girare nelle città.

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In Irlanda la notte di Halloween si diffuse la tradizione di lasciare qualcosa da mangiare e del latte da bere fuori dalla porta, in modo che gli spiriti passando potessero rifocillarsi e decidessero di non fare degli scherzi agli abitanti della casa. Da qui la tradizionale frase dei bambini che girano per le vie delle città chiedendo ‘dolcetto o scherzetto’ a chi apre loro la porta.

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