L'invasione delle meduse: gli stabilimenti mettono le reti
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L'invasione delle meduse: gli stabilimenti mettono le reti

Le Mediterraneo sta proliferando la Pelagia, mentre dopo 100 anni ha fatto la sua ricomparsa nell'Adriatico la Drymonema dalmatinum,

L'invasione delle meduse: gli stabilimenti mettono le reti
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6 Luglio 2014 - 18.01


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Gli esperti ormai sono sicuri: quella del 2014 sarà un’estate all’insegna delle meduse. La stagione ha visto il proliferare nel Mediterraneo della Pelagia, mentre nell’Adriatico è ricomparsa dopo quasi un secolo la Drymonema dalmatinum, la specie più grande del Mediterraneo con un cappello di circa 80 cm.
L’altra novità arriva dall’uomo: dall’Elba alla Puglia gli stabilimenti si stanno attrezzando con reti anti-medusa». Ad annunciarlo è Ferdinando Boero, biologo marino dell’Università del Salento e Cnr-Ismar, nonchè coordinatore del progetto Ue Coconet.

Dal monitoraggio fatto anche attraverso le segnalazioni dei cittadini e pescatori, precisa lo zoologo, emerge che «la Pelagia quest’anno si è riprodotta tantissimo e le correnti possono spingere queste specie marine urticanti – tipiche del Mediterraneo e dal caratteristico bordo violaceo – sul mar Ligure, il Tirreno e lo Ionio. In Adriatico non ci sono, ma lì è tornata una specie rarissima: la Drynomena Dalmatinum. Di questo maxi animale marino sono tre gli avvistamenti nell’ultima settimana (al largo di Lignano, poi a Pirano e un altro, di 80 cm di diametro, spiaggiato a Muggia). Nel golfo di Venezia c’è stata poi da novembre a marzo una specie aliena, la Benovici, molto probabilmente portata dall’acqua di zavorra delle navi ma ora è sparita; forse non è riuscita ad acclimatarsi. A fior d’acqua invece, sul Mar Ligure, Toscana, Sardegna, Lazio e Campania, le colonie di Velella Velella, polpi galleggianti che quando spiaggiano rendono la riva blu. Ce ne sono a miliardi, non sono meduse e l’unico rischio per queste che vengono chiamate ‘le barchette di San Pietrò è per la pesca perchè mangiano le uova galleggianti dei pesci».

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L’esperto studioso di meduse guarda con favore la risposta pratica attuata dagli imprenditori del turismo balneare, da Castellaneta Marina nel tarantino alle Eolie, e auspica sia «l’installazione di reti anti-medusa nelle spiagge libere sia misure di sostegno, come avviene per le calamità naturali, a quegli esercenti degli stabilimenti che devono fare un investimento non irrilevante» per spegnere l’allarme dei bagnanti rispetto a queste specie marine urticanti

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