Gli Usa mettono il veto alla creazione di una task force per contrastare la 'flotta ombra' russa

La "flotta ombra" si riferisce a una serie di petroliere datate che operano con identità celate, permettendo alla Russia di continuare le esportazioni di petrolio nonostante le sanzioni economiche.

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Petroliera russa
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9 Marzo 2025 - 11.12


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Gli Stati Uniti hanno recentemente posto il veto a una proposta del G7, avanzata dal Canada, per la creazione di una task force congiunta volta a contrastare la cosiddetta “flotta ombra” russa di petroliere utilizzate per eludere le sanzioni occidentali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022.

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La “flotta ombra” si riferisce a una serie di petroliere datate che operano con identità celate, permettendo alla Russia di continuare le esportazioni di petrolio nonostante le sanzioni economiche. Queste navi, spesso prive di adeguate misure di sicurezza, rappresentano una minaccia sia per l’ambiente marino che per la sicurezza internazionale.

Durante le negoziazioni per la dichiarazione congiunta sulle questioni marittime, gli Stati Uniti hanno cercato di attenuare il linguaggio riguardante la Russia, proponendo la sostituzione del termine “sanzioni” con espressioni più generiche come “generare entrate”. Parallelamente, hanno spinto per un rafforzamento della retorica nei confronti della Cina. I diplomatici statunitensi hanno giustificato il veto come parte di una più ampia rivalutazione del ruolo di Washington nelle organizzazioni multilaterali, dichiarando l’impossibilità di supportare nuove iniziative in questo contesto.

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Negli ultimi mesi, il Mar Baltico è stato teatro di crescenti tensioni e sospetti atti di sabotaggio attribuiti a operazioni russe. In particolare, si sono verificati tagli a cinque cavi sottomarini che collegavano la Finlandia con Estonia e Germania, compromettendo le comunicazioni nella regione. La Nato ha risposto adattando le proprie strategie, rafforzando la presenza navale e migliorando la coordinazione militare per proteggere le infrastrutture critiche.

Un episodio significativo risale al novembre 2024, quando una nave cargo cinese, la Yi Peng 3, è stata coinvolta in un attacco a infrastrutture di telecomunicazione nel Mar Baltico. Secondo fonti occidentali, l’intelligence russa avrebbe orchestrato questo sabotaggio come parte della sua strategia di guerra ibrida contro l’Occidente, in particolare nel contesto del conflitto ucraino. Il capitano russo della nave, Alexander Stechentsev, è stato arrestato dalla Marina Reale Danese, sollevando ulteriori preoccupazioni sulla collaborazione tra Russia e Cina in operazioni clandestine.

In risposta a queste minacce, i paesi europei stanno valutando misure per sequestrare le petroliere russe nel Mar Baltico, utilizzando il diritto internazionale per giustificare tali azioni su basi ambientali o di pirateria. Tuttavia, l’assenza di una task force congiunta del G7 potrebbe complicare gli sforzi coordinati per affrontare efficacemente la “flotta ombra” russa e garantire la sicurezza marittima nella regione.

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