Lo Shin Bet accusa Netanyahu di essere una delle cause dell'attacco del 7 ottobre
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Lo Shin Bet accusa Netanyahu di essere una delle cause dell'attacco del 7 ottobre

L'agenzia di sicurezza interna israeliana, lo Shin Bet, ha dichiarato che le politiche di Benjamin Netanyahu sono state tra le cause sottostanti all'attacco del 7 ottobre 2023, in cui Hamas e altri militanti hanno ucciso circa 1.200 israeliani.

Lo Shin Bet accusa Netanyahu di essere una delle cause dell'attacco del 7 ottobre
La strage del 7 ottobre in Israele
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6 Marzo 2025 - 12.32


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L’agenzia di sicurezza interna israeliana, lo Shin Bet, ha dichiarato che le politiche di Benjamin Netanyahu sono state tra le cause sottostanti all’attacco del 7 ottobre 2023, in cui Hamas e altri militanti hanno ucciso circa 1.200 israeliani.

Nel suo rapporto sull’attacco, lo Shin Bet ha riconosciuto la propria responsabilità, ammettendo di essere a conoscenza di segnali di allarme riguardo ai piani di Hamas. Tuttavia, l’agenzia, nota anche come Servizio di Sicurezza Generale (GSS), non aveva compreso la portata, il momento e la localizzazione dell’attacco pianificato.

Il rapporto sostiene inoltre che una serie di politiche del governo israeliano abbia contribuito a creare le condizioni per l’assalto di Hamas.

Tra i principali fattori che hanno favorito il rafforzamento militare di Hamas prima degli attacchi, un riassunto pubblico di otto pagine del rapporto menziona la “politica della quiete” adottata da Israele nei confronti del gruppo, riferendosi apparentemente a una strategia di moderazione nell’uso della forza per contenere la capacità militare di Hamas. Inoltre, viene citata l’acquiescenza di Netanyahu nel permettere il flusso di fondi dal Qatar a Gaza, una politica pensata per dividere i palestinesi rafforzando Hamas a scapito dell’Autorità Palestinese.

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Il rapporto dello Shin Bet evidenzia anche le preghiere quotidiane degli ebrei che negli ultimi anni si sono svolte nel complesso della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, noto agli ebrei come Monte del Tempio. Queste preghiere violano un accordo in vigore da 58 anni con la Giordania, secondo cui solo i musulmani possono pregare nella moschea e sulla spianata circostante. Tuttavia, tale pratica è stata sostenuta dall’ex ministro della sicurezza nazionale del governo, Itamar Ben-Gvir.

“Il peso cumulativo delle violazioni sul Monte del Tempio, il trattamento dei prigionieri [palestinesi] e la percezione di un indebolimento della società israeliana a causa della frattura nella coesione sociale” sono stati tutti fattori che hanno contribuito alla vulnerabilità di Israele all’attacco, afferma il rapporto.

Lo Shin Bet ha negato di aver sottovalutato Hamas e la sua intenzione di organizzare un attacco su larga scala da Gaza, mirato a sopraffare le fortificazioni israeliane lungo la Striscia costiera. L’agenzia ha affermato di aver persino assegnato un nome in codice al piano, Walls of Jericho (Mura di Gerico), ma che ciò non ha portato a un aumento delle misure di sicurezza.

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