La Russia pronta alla rappresaglia dopo la strage dei suoi soldati a Capodanno
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La Russia pronta alla rappresaglia dopo la strage dei suoi soldati a Capodanno

I vertici militari russi stanno «pianificando un attacco prolungato con gli Shahed» i droni iraniani

La Russia pronta alla rappresaglia dopo la strage dei suoi soldati a Capodanno
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3 Gennaio 2023 - 22.09


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Guerra in Ucraina, sono giorni molto difficili. L’Ucraina si prepara a reggere il colpo della rappresaglia di Mosca per la strage di suoi soldati avvenuta nella notte di Capodanno nel Donbass, che continua a suscitare rabbia e polemiche in Russia.

I vertici militari russi, avverte il presidente Volodymyr Zelensky, stanno «pianificando un attacco prolungato con gli Shahed», i droni iraniani, per «puntare all’esaurimento» degli ucraini, anche se «80 sono stati distrutti dalle forze di difesa» solo nei primi due giorni dell’anno.

Intanto continua la carneficina da entrambe le parti nel Donbass. Un massacro finora inutile, visto che il fronte non ha subito finora grandi mutamenti nonostante settimane di feroci combattimenti. Anche il capo delle milizie russe Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha ammesso «le grandi difficoltà» nell’avanzata verso la cittadina di Bakhmut, il trofeo che Mosca insiste nel volere conquistare. «Bakhmut è una fortezza – ha ammesso l’uomo d’affari vicino al presidente Vladimir Putin -. I nostri militari si scontrano ad ogni casa, e dopo la cattura di un’altra casa non si può dire che la difesa dell’esercito ucraino sia stata sfondata». Il ministero della Difesa, invece, continua a riferire di ingenti perdite inflitte agli ucraini: fino a 120 soldati uccisi intorno a Donetsk, 40 nella regione di Kharkiv, più a nord, 130 mercenari stranieri al servizio di Kiev in una base nella città di Kramatorsk. Cifre impossibili da verificare. Come l’affermazione degli ucraini di avere ucciso o ferito 500 soldati russi in un solo giorno, il 31 dicembre, a Chulakivk, nella regione meridionale di Kherson.

Non è ancora chiaro, del resto, nemmeno il bilancio del bombardamento ucraino su un edificio la notte del nuovo anno a Makiivka, città gemella di Donetsk, dove sono stati uccisi 63 soldati russi, secondo Mosca. Fonti ucraine e anche blogger nazionalisti russi parlano di un bilancio ben più pesante, fino a 400 morti. Gli stessi blogger e alcuni deputati russi hanno duramente criticato i vertici militari, denunciando come un imperdonabile errore il fatto che i soldati che festeggiavano l’arrivo del 2023 fossero alloggiati accanto ad un deposito di armi, saltato in aria quando è stato colpito da quattro razzi Himars forniti a Kiev dagli Usa. Una cerimonia per rendere omaggio ai caduti è stata tenuta oggi a Samara, sul Volga, dalla cui regione provenivano molti dei caduti. «Non ho dormito per tre giorni», ha detto Ekaterina Kolotovkina, moglie di un generale russo che ha partecipato all’evento. E il governatore di Samara, Dmitry Azarov, si è recato a Mosca per discutere con i vertici militari la situazione.

Nel frattempo continuano i contatti internazionali delle parti in conflitto. Zelensky ha parlato al telefono con il premier britannico Rishi Sunak, dal quale ha detto di avere ottenuto ulteriori «decisioni concrete» per aiutare l’Ucraina a difendersi. Il nuovo ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha invece avuto una conversazione telefonica con il suo omologo russo Serghei Lavrov. Durante il colloquio, ha scritto il Times of Israel, citando una fonte diplomatica israeliana, Cohen ha riferito a Lavrov un messaggio affidatogli dal segretario di Stato americano Antony Blinken, con il quale aveva parlato ieri.

Continuano intanto a morire i civili. L’amministrazione presidenziale ucraina ha detto che tre persone sono state uccise e dieci ferite in bombardamenti russi nelle ultime 24 ore. Sull’altro fronte, le autorità filorusse locali hanno denunciato l’uccisione di una donna in un bombardamento ucraino su Donetsk. Un giornalista del tabloid tedesco Bild, Bjorn Stritzel, è invece stato ferito alla testa da una scheggia per l’esplosione di una mina ma non versa in gravi condizioni.

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