Una fuga di notizie controllata che è stata sicuramente un segnale distensivo di Washington verso mosca. E infatti durante il briefing odierno del Cremlino, al portavoce Dimitry Peskov è stato chiesto della pubblicazione del New York Times di ieri, che ha rivelato che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti credevano che parti del governo ucraino avessero autorizzato l’attacco con autobomba vicino a Mosca ad agosto che ha ucciso Daria Dugina, figlia del noto filosofo russo nazionalista.
La risposta di Peskov è stata che l’intelligence russa aveva sempre sostenuto che l’Ucraina fosse dietro l’uccisione di Daria Dugina in agosto, quindi era “positivo” che gli Stati Uniti sembravano condividere quella valutazione.
Il Nyt affermava che i funzionari statunitensi temevano che questo fosse un elemento di una campagna segreta che avrebbe potuto ampliare il conflitto. Kiev ha negato di essere coinvolta nell’attacco.