Ucraina, Zelensky: "Con i lanciarazzi Himars cambiamo il corso della guerra"
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Ucraina, Zelensky: "Con i lanciarazzi Himars cambiamo il corso della guerra"

Le forze armate ucraine lanciano la controffensiva a Kherson. Il merito, spiega il presidente Zelensky, è in primo battuta del sistema lanciarazzi multiplo leggero Himars

Ucraina, Zelensky: "Con i lanciarazzi Himars cambiamo il corso della guerra"
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27 Luglio 2022 - 21.01


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La guerra in Ucraina prosegue e, come già detto, forse alla fine sarà l’artiglieria a fare la differenza, Le forze armate ucraine lanciano la controffensiva a Kherson. Il merito, spiega il presidente Zelensky, è in primo battuta del sistema lanciarazzi multiplo leggero Himars, fornito a Kiev dagli americani. «Stanno trasformando il corso della guerra in nostro favore», dice il leader di Kiev sottolineando come i russi abbiano perso «40 mila uomini» dall’inizio del conflitto.

E proprio con questa e altre armi di precisione gli ucraini hanno colpito il ponte Antonivskyi sul fiume Dnipro, una delle principali vie di rifornimento dei russi a Kherson, città attualmente sotto controllo delle forze di Mosca. Il ponte – dicono ancora i militari ucraini – non è stato distrutto ma è «impossibile» attraversarlo. Pertanto l’attacco «ha distrutto le rotte logistiche e di trasporto degli occupanti». Kiev inoltre invita le truppe russe a lasciare la città promettendo alla cittadinanza che «dopo la nostra vittoria, ripristineremo definitivamente i collegamenti di trasporto attraverso il ponte».

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Resta aperto anche il fronte relativo all’export del grano. A Istanbul apre ufficialmente il Centro di coordinamento congiunto istituito per la spedizione sicura di prodotti cerealicoli dall’Ucraina. «Riteniamo che darà un contributo significativo al superamento della crisi alimentare che colpisce il mondo intero, in particolare all’abbassamento dei prezzi», le parole dette all’inaugurazione dal ministro della Difesa turco, Hulusi Akar. Kiev annuncia che i porti ucraini di Odessa, Chornomorsk e Pivdenny sul Mar Nero «tornano a lavorare» spiegando che l’uscita delle navi avverà tramite la «formazione di una carovana» ad accompagnare la nave che trasporterà il grano. Mosca però frena. Secondo il viceministro degli Esteri, Andrey Rudenko, in merito all’accordo «nulla è escluso», compresa una rottura. La Russia – spiega – «spera sempre per il meglio» ma, allo stesso tempo, si aspetta anche «l’implementazione» di un punto cruciale dell’intesa ovvero «la rimozione delle restrizioni all’esportazione di grano russo».

Fra Russia e Turchia c’è in ballo anche la richiesta, non confermata esplicitamente dal Cremlino, di droni militari Bayraktar, che invece attualmente usano le forze armate ucraine. Putin ne parlerà sicuramente con Erdogan nel bilaterale in programma a Sochi il prossimo 5 agosto perché la cooperazione militare fra Russia e Turchia «è sempre all’ordine del giorno», dichiara il portavoce della presidenza Dmitry Peskov.

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E dall’Etiopia, ultima tappa della sua visita in Africa, il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, torna ad attaccare l’Occidente che, a suo dire, «vuole punire ogni Paese che non intende obbedire alle sue regole». Allo stesso tempo Mosca si dice «certa» che «la maggior parte dei Paesi del mondo non vorrà tornare all’epoca coloniale» ma «difenderà la propria indipendenza».

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