Colloquio tra Draghi e Xi Jinping: il fulcro della video-call è l'Afghanistan
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Colloquio tra Draghi e Xi Jinping: il fulcro della video-call è l'Afghanistan

Il presidente Draghi e il Presidente Xi hanno discusso anche della collaborazione tra i due Paesi sia in vista del Summit di Roma, sia sul piano bilaterale

Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
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7 Settembre 2021 - 14.22


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A quanto si apprende si è svolto, in tarda mattinata, il colloquio tra il premier Mario Draghi e il presidente cinese Xi Jinping.
Il presidente del Consiglio, che ha lasciato poco fa la sede del governo ma dovrebbe fare rientro nel primo pomeriggio, ha avuto la video-call con il leader di Pechino da Palazzo Chigi.
La conversazione telefonica “si è concentrata principalmente sugli ultimi sviluppi della crisi afghana e sui possibili fori di cooperazione internazionale per farvi fronte, ivi compreso il G20.
Il presidente Draghi e il Presidente Xi hanno discusso anche della collaborazione tra i due Paesi sia in vista del Summit di Roma, sia sul piano bilaterale”, ha reso noto Palazzo Chigi.
Xi Jinping ha fornito il sostegno del suo Paesi al prossimo G20 di Roma, in programma per fine ottobre, auspicando che aderisca al “vero multilateralismo”, promuova “lo spirito di solidarietà e cooperazione per combattere l’epidemia, ripristinare l’economia mondiale e promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile”, allarghi il consenso, dia la “giusta direzione” alla governance globale e serva a “lavorare insieme per affrontare le sfide comuni”, ha dichiarato il presidente cinese Xi Jinping, citato dall’emittente Cctv. Il leader cinese ha espresso anche l’auspicio che l’Italia svolga un ruolo attivo nel promuovere “lo sviluppo sano e stabile delle relazioni Cina-Ue”. 

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Nel colloquio telefonico di oggi con il premier Mario Draghi, Xi ha detto che Italia e Cina devono cogliere l’occasione per organizzare congiuntamente le attività dell’Anno della cultura e del turismo Cina-Italia, nel 2022, e sostenersi a vicenda per ospitare con successo le Olimpiadi invernali di Pechino e le Olimpiadi invernali di Milano/Cortina 2026, usando “questa opportunità per rafforzare la cooperazione negli sport e nelle industrie sul ghiaccio e sulla neve tra i due Paesi”. Le due parti, si legge nel resoconto del network statale Cctv, dovrebbero prendere la costruzione congiunta della cooperazione ‘Belt and Road’ come guida per promuovere l’approfondimento e una solida cooperazione in vari campi. La Cina ”è disposta ad accettare di lavorare insieme per cogliere la corretta direzione dello sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Italia nella nuova era, per aderire al rispetto reciproco, per mantenere l’amicizia Cina-Italia, per approfondire la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e per dare l’esempio per lo sviluppo di relazioni tra Paesi con sistemi e culture diverse”.

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L’organizzazione di un G20 straordinario ad hoc sull’Afghanistan è il cuore dell’iniziativa italiana per una larga cooperazione internazionale per gestire la crisi nell’attuale Emirato islamico in mano ai talebani. Dopo l’apertura – condizionata – di Vladimir Putin, l’Italia cerca ora la sponda della Cina. L’idea di Draghi e del Governo italiano resta quello di mettere in campo il più possibile un approccio multilaterale alla questione. Non è facile ma a Palazzo Chigi, sulla possibilità di organizzare l’incontro c’è un prudente ottimismo. 

“Stiamo lavorando alla convocazione di un G20 straordinario sull’Afghanistan che cercherà di mettere insieme attorno a un tavolo le più grandi potenze mondiali per decidere insieme come aiutare questo popolo”, ha sottolineato Di Maio dal Pakistan, tappa finale della sua missione nei Paesi limitrofi all’Afghanistan. Ed è un concetto che Draghi potrebbe aver recapitato a Xi. Da un punto di vista diplomatico il momento resta delicato anche perché, finora, le grandi potenze mondiali si sono mosse in ordine sparso. Ma l’idea dell’Italia è che per evitare una crisi umanitaria in Afghanistan e per far fronte al possibile rischio di un escalation terroristica ci sia bisogno di tutti: dagli Usa alla Russia, dalla Cina ai Paesi dell’Asia Centrale. Il sì di Pechino al G20 straordinario potrebbe sbloccare, nei prossimi giorni, lo stallo sul vertice voluto dalla presidenza italiana.

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