Kabul conquistata, Ghani in fuga. Afghanistan, game over: ora inizia la "transizione coranica"
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Kabul conquistata, Ghani in fuga. Afghanistan, game over: ora inizia la "transizione coranica"

I proclami sono rassicuranti: "La vita, la proprietà e la dignità di nessuno saranno danneggiate e la vita dei cittadini di Kabul non sarà a rischio", hanno affermato.

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15 Agosto 2021 - 16.42


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Afghanistan, game over. Kabul è caduta e ora i vincitori possono concedere qualcosa sulla transizione. I talebani sono già arrivati a Kabul. “Ed entrati in città da tutti i fronti”. 

Lo ha annunciato il ministero dell’Interno afghano, citato da Reuters. Kabul non sarà attaccata e la transizione avverrà pacificamente ha assicurato il ministro ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, in un video twittato da Tolonews. Il ministro ha anche detto che le forze di sicurezza garantiranno l’incolumità dei cittadini. Mentre su twitter il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid scrive: “L’Emirato islamico ordina a tutte le sue forze di attendere alle porte di Kabul, di non tentare di entrare in città”. I residenti confermano però la presenza di  “combattenti talebani armati nel nostro quartiere” anche se al momento, secondo un abitante della zona est della capitale non ci sarebbero combattimenti. L’ordine sarebbe quello di evitare violenze e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene dalla città, riporta la Reuters, citando un leader talebano a Doha. I negoziatori talebani al palazzo presidenziale di Kabul per preparare “un trasferimento” del potere, riferisce una fonte ufficiale afghana ad Ap.

  “Nei prossimi giorni vogliamo una transizione pacifica dei poteri” ha detto il portavoce. Inoltre i talebani controllano tutti i valichi di frontiera dell’Afghanistan e l’aeroporto di Kabul è rimasta l’unica via di uscita dal Paese. In una nota, riportata dai media, dicono che non hanno intenzione di prendere Kabul “con la forza” e di voler negoziare una transizione. 

Transizione “coranica”

“La vita, la proprietà e la dignità di nessuno saranno danneggiate e la vita dei cittadini di Kabul non sarà a rischio”, hanno affermato. A guidare il governo transizione dopo le dimissioni del presidente Ashraf Ghani sarà l’ex ministro dell’Interno afghano, Ali Ahmad Jalali, riportano media internazionali tra cui Reuters e Al Arabiya.  Il portavoce dei talebani ha affermato che rispetteranno i diritti delle donne e consentiranno loro l’accesso all’istruzione. Lo riporta Sky News, dopo che nei giorni scorsi sono state espresse preoccupazioni sul fatto che l’acquisizione del potere da parte degli insorti comporterà l’esclusione delle donne dal lavoro ed all’istruzione. Ma il gruppo ha affermato di essere cambiato, e che consentirà alle donne di lavorare, andare a scuola, uscire di casa da sole e indossare l’hijab.

 Secondo l’agenzia russa Ria novosti sarebbe stato preso il controllo dell’università di Kabul, nella parte occidentale della capitale, e i talebani avrebbero anche issato le loro bandiere in uno dei distretti. Nell’imminenza della presa del potere da parte dei talebani, la gente sta scappando da Kabul anche in auto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città. Lo riporta la Bbc mostrando le immagini della fuga. Alcune persone, secondo quanto viene riferito, abbandonano i veicoli fermi in coda e proseguono a piedi verso l’aeroporto. Un certo numero di alti funzionari afghani, tra cui alcuni consiglieri del presidente Ashraf Ghani,sono arrivati nella sala Vip dell’aeroporto di Kabul in attesa di un volo per lasciare la capitale. Lo ha riferito alla Cnn una fonte allo scalo internazionale Hamid Karzai della città. La loro destinazione è sconosciuta.   La Cnn riferisce che nelle prime ore di oggi, un volo Air India da Delhi è atterrato all’aeroporto di Kabul, secondo i dati di tracciamento del volo, mentre un aereo Emirates in arrivo da Dubai ha evitato l’atterraggio proseguendo il volo. Dopo che tutte le principali città afghane si sono arrese, gli insorti hanno attaccato Kabul da almeno due fronti. A Nord-Ovest i talebani si sono impadroniti di alcune postazioni di sicurezza del distretto di Paghman, un importante snodo della rete elettrica che dista circa 20 chilometri dall’aeroporto internazionale. A Est, a una decina di chilometri dal centro della capitale, è stata invece espugnata la prigione di Pul-e-Charki, la maggiore dell’Afghanistan. I 5 mila detenuti sono fuggiti ed è presumibile che in molti si siano uniti ai talebani. A Sud è concentrato un altro contingente di islamisti che nel pomeriggio ha preso il controllo del distretto di Char Asyab. Il ministro dell’Interno pakistano, Sheikh Rashid Ahmed, ha confermato che i talebani hanno conquistato il lato afghano del valico di Torkham, l’ultimo rimasto sotto il controllo dei governativi. Il portavoce dei talebani ha annunciato che anche Bamiyan è caduta: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001. Lo riferiscono i media internazionali. Preso il controllo del “centro del distretto di Bagram e di tutti i suoi dintorni”, nella provincia afghana di Parwan, una sessantina di chilometri a Nord di Kabul, sede della grande base aerea che Usa e Nato avevano riconsegnato, all’inizio di luglio, all’esercito afghano: “Armi e attrezzature sono nelle mani dei mujahidin”, ha scritto su Twitter il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, aggiungendo che l’avanzata ora si dirige verso il centro i Charikar.  Poi in un altro tweet l’annuncio di aver preso “l’importante prigione dell’aeroporto di Bagram” e “tutti i detenuti sono stati trasferiti in un luogo sicuro”.

 Il 2 luglio le truppe americane e della Nato avevano restituito all’esercito afghano la base aerea di Bagram, per 20 anni centro nevralgico delle operazioni della coalizione a guida americana.  Intanto gli Usa hanno cominciato le operazioni di evacuazione del personale dell’ambasciata a Kabul. Diversi membri dello staff dell’Ue sono stati trasferiti in una località segreta e più sicura a Kabul. Lo riferiscono fonti della Nato, citate dalla Reuters.  

La situazione in Afghanistan resta fluida, il passaggio di poteri ai Talebani non è cosa certa. Lo fa sapere il ministero degli Esteri russo citato da Interfax. Nel mentre la commissione Difesa della Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha chiesto che l’Afghanistan passi sotto il controllo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E a questo proposito la  Russia sta lavorando con i partner internazionali per convocare una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu sull’Afghanistan, ha annunciato Zamir Kabulov, inviato speciale del presidente russo per l’Afghanistan. “Ci stiamo lavorando”, ha dichiarato, dicendosi certo che la riunione si terrà. 

Caduta Mazar-i Sharif 

Mazar-i Sharif, quarta città dell’Afghanistan e capoluogo della provincia di Balkh, è caduta in mano ai talebani, che ora controllano tutto il Nord del Paese. Dopo Herat e Kandahar, la perdita di Mazar-I Sharif, centro di grande importanza strategica, è un altro colpo durissimo per il governo afghano, al quale resta la capitale come unica roccaforte. Arresisi i soldati dell’esercito regolare, anche le milizie tribali schierate a difesa della città hanno consegnato le armi agli insorti. Abdul Rashid Dostum e Ata Mohammad Noor, i due signori della guerra che controllavano la provincia di Mazar-i-Sharif, sono fuggiti in Uzbekistan. La città di Jalalabad, la quinta più grande dell’Afghanistan, è pronta ad arrendersi ai talebani senza combattere. Lo riferiscono fonti di intelligence ad Al Arabiya. I capi tribù hanno concluso le trattative con i talebani per la resa. 

Di fronte all’avanzata travolgente dei Talebani in tutto l’Afghanistan, Washington risponde con un attacco aereo. A quanto riporta la Bbc le forze americane hanno lanciato un raid all’aeroporto di Kandahar e “molti combattenti talebani” sono rimasti uccisi. Una fonte dell’ong italiana Intersos, presente con suoi operatori in città, riferisce all’agenzia Ansa di combattimenti intorno all’aeroporto di Kandahar. Da parte sua, un giornalista freelance afghano, Bilal Sarwary, afferma che vi sono stati bombardamenti americani sui Talebani che avrebbero provocato “decine di morti”. Notizia non confermata dalla stessa Intersos. 

Fuga dalla capitale

” Due fonti hanno affermato che il presidente Ashraf Ghani ha lasciato l’Afghanistan oggi dopo che i talebani sono entrati a Kabul. Con lui, riferisce Tolonews, anche i suoi stretti collaboratori, tra cui il vicepresidente Amrullah Saleh. Ghani si sarebbe trasferito in Tagikistan, secondo media locali. L’ufficio di Ghani ha chiarito di non poter dire nulla per motivi di sicurezza. A All’inizio della giornata, il ministro della Difesa, Bismillah Mohammadi, ha affermato che Ghani ha affidato l’autorità di risolvere la crisi nel Paese ai leader politici. E che domani una delegazione si recherà a Doha per colloqui sulla situazione del Paese. La delegazione comprende leader politici chiave, tra cui Younus Qanooni, Ahmad Wali Massoud, Mohammad Mohaqiq. All’inizio della giornata, il ministro della Difesa, Bismillah Mohammadi, ha affermato che Ghani ha affidato l’autorità di risolvere la crisi nel Paese ai leader politici. E che domani una delegazione si recherà a Doha per colloqui sulla situazione del Paese. La delegazione comprende leader politici chiave, tra cui Younus Qanooni, Ahmad Wali Massoud, Mohammad Mohaqiq. Fonti vicine ai talebani hanno affermato che è stato concordato che Ghani si dimetterà dopo un accordo politico e consegnerà il potere a un governo di transizione. 

 Ambasciata Usa svuotata entro 72 ore

 Intanto gli Usa hanno cominciato le operazioni di evacuazione del personale dell’ambasciata a Kabul. Nelle prossime 72 ore gli Stati Uniti svuoteranno completamente l’ambasciata da tutto il personale, compresi gli alti funzionari. Lo hanno riferito due fonti informate alla Cnn. La maggior parte dei diplomatici statunitensi andrà all’aeroporto della capitale afghana e poi tornerà in America, mentre un piccolo numero di membri del personale, incluso l’ambasciatore, rimarrà per ora all’aeroporto della città, hanno affermato le fonti. Ciò significa che l’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul sarà chiusa, almeno per il momento, entro martedì. Diversi membri dello staff dell’Ue sono stati trasferiti in una località segreta e più sicura a Kabul. Lo riferiscono fonti della Nato, citate dalla Reuters.  

Biden non cambia linea

“Non passerò questa guerra ad un quinto presidente”: lo afferma Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “Un anno o cinque anni in più di presenza militare Usa non avrebbe fatto la differenza se l’esercito afghano non può o non vuole tenere il suo Paese. E una presenza americana senza fine nel mezzo del conflitto civile di un altro Paese non è accettabile per me”, ha aggiunto. Biden ricorda inoltre di aver ereditato da Donald Trump un accordo che “ha lasciato i talebani nella posizione militare più forte dal 2001 e imposto la scadenza del primo maggio 2021” per il ritiro. “Quindi, quando sono diventato presidente, dovevo scegliere: proseguire l’accordo, con una breve estensione per l’uscita sicura delle forze nostre e alleate, o rafforzare la nostra presenza e mandare altre truppe americane a combattere ancora una volta in un conflitto civile di un altro Paese”, osserva Biden, spiegando la sua decisione di non passare il testimone ad un quinto presidente. Biden dispiega 5000 soldati e avvisa talebani Biden ha portato da 3 mila a 5 mila i militari inviati per l’evacuazione dei dipendenti dell’ambasciata Usa. 

Il presidente affronta un momento cruciale della sua presidenza, a luglio aveva annunciato il ritiro completo dall’Afghanistan entro il 31 agosto ed è rimasto fermo nella sua decisione, dicendo ai giornalisti all’inizio di questa settimana che non si è pentito e che era tempo per gli afgani di “combattere per se stessi”.

Ponte aereo con l’Italia fino al trasferimento dell’ultimo afghano

E’ In corso il piano di evacuazione del personale dell’ambasciata italiana a Kabul e degli altri connazionali presenti in Afghanistan. I militari del Comando operativo di vertice interforze “raggiungeranno la capitale afghana a bordo di un KC767 dell’Aeronautica Militare e avranno il compito di dirigere e coordinare a Kabul il rientro in patria del personale diplomatico, dei connazionali e dei collaboratori afghani”. Il Piano prevede già un volo di rientro in Italia con KC767 dell’Aeronautica Militare che arriverà in Italia domani.

Il team militare italiano sta pianificando l’evacuazione di tutti i collaboratori afghani dei ministeri di Difesa ed Esteri “nel più breve tempo possibile, attraverso un ponte aereo assicurato con voli commerciali il 16 agosto e dal 17 proseguirà con aerei KC767 dell’Aeronautica Militare”. Lo fa sapere lo Stato Maggiore della Difesa, informando che il dispositivo militare del Comando operativo di vertice interforze “rimarrà operativo presso l’aeroporto di Kabul fino all’imbarco dell’ultimo collaboratore, fino a quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno” e lascerà l’Afghanistan con un  C130 dell’Aeronautica Militare.

“Durante il comitato per la sicurezza abbiamo saputo della presa di Kabul da parte dei talebani. Abbiamo fatto un focus sul problema dell’accoglienza degli afgani che hanno collaborato con gli italiani in Afghanistan”. Lo ha detto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, aggiungendo: “Finora abbiamo accolto 228 persone. La situazione comporterà un’accelerazione dell’ accoglienza”. 

L’appello del Papa

Mi unisco all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”. Così Papa Francesco al termine dell’Angelus recitato dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano. “Solo così la martoriata popolazione di quel Paese, uomini, donne, anziani e bambini, potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”, ha concluso Bergoglio.

Un appello accorato che si perde nel clamore delle armi che ancora tuonano in Afghanistan. Vent’anni di guerra. Vent’anni di morti, di feriti a centinaia di migliaia. Ed ora la fine ingloriosa di chi voleva “democratizzare” l’Afghanistan e ora dovrà venire a patti con i vincitori di oggi. Se non è una disfatta questa…

 

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