Presentato da Reporters sans frontières (Rsf) al procuratore generale della Corte federale di Karlsruhe, in Germania, un documento di oltre cinquecento pagine, con cui si denunciano “una serie di crimini contro l’umanità commessi contro giornalisti in Arabia Saudita” dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e dai suoi funzionari.
Tortura, violenza, coercizione sessuale, sparizione forzata, privazione illegale di libertà fisica e persecuzione “diffusa e sistemica” sono alcuni dei reati a cui sono sottoposti i 35 giornalisti elencati all’interno della denuncia, tra cui figurava anche Khashoggi ucciso il 2 ottobre 2018 nel consolato di Istanbul e il blogger Radif Badawi, attualmente detenuto. “Questi giornalisti sono vittime di uccisioni illegali, torture, violenze sessuali, coercizione e sparizioni forzate”, ha affermato in conferenza stampa Christophe Deloire, segretario generale di Rsf, organizzata per comunicare la notizia.
L’organizzazione identifica cinque persone, quali il principe ereditario Mohammed bin Salman, il suo vicino consigliere Saoud al-Qahtani, l’ex vicedirettore dell’intelligence Ahmed Mohammad Assiri, il console generale a Istanbul al momento dell’omicidio Mohammed Al-Otaibi, e il funzionario dell’intelligence Maher Abdulaziz Mutreb, come responsabili “a livello organizzativo o esecutivo dell’omicidio di Jamal Khashoggi, come pure per il loro coinvolgimento nello sviluppo di una politica di Stato mirata ad attaccare i giornalisti e a ridurli al silenzio”.
Precisamente, secondo Rsf, bin Salman è “sospettato di avere direttamente ordinato l’omicidio” di Jamal Khashoggi, mentre il suo stretto consigliere Saoud al-Qahtani “ha pienamente partecipato all’organizzazione e all’esecuzione dell’omicidio”, Ahmed Mohammad Assiri “ha supervisionato l’operazione” e Maher Abdulaziz Mutreb “era alla guida della squadra che ha torturato e ucciso Jamal Khashoggi, facendo sparire il suo corpo”.
La decisione di presentare la denuncia in Germania ha un duplice obiettivo.
Il primo, in quanto “il sistema giudiziario tedesco è il più adatto a ricevere tale denuncia” visto che la legge tedesca gli conferisce competenza sui principali crimini internazionali commessi all’estero e i tribunali tedeschi si sono già mostrati pronti e disposti a perseguire criminali internazionali, oltre al fatto che da tempo Berlino ha “mostrato il suo impegno a difendere la libertà di stampa e la protezione dei giornalisti nel mondo”, chiedendo giustizia e chiarezza nei casi di Jamal Khashoggi e Raif Badawi.
La speranza di Rsf, poi, è quella di condurre il procuratore generale ad aprire “un’analisi sulla situazione” in Arabia Saudita, aprendo di fatto un’inchiesta legale riguardo i crimini contro l’umanità commessi nel paese del Golfo, in particolar modo sulla libertà di stampa, così da “emettere mandati di arresto”, come ha sottolineato Christian Mihr, direttore di Rsf in Germania.
La denuncia arriva a pochissimi giorni dalla pubblicazione, parziale ma comunque significativa, del rapporto dell’Intelligence Usa riguardo le responsabilità del principe bin Salman sull’omicidio dell’editorialista del Washington post, Kashoggi, seppur il presidente Joe Biden non abbia voluto sanzionare direttamente il 35enne erede al trono.
Secondo la classifica stilata annualmente da Rsf sull’indice libertà di stampa nel mondo, l’Arabia Saudita si posiziona al 170esimo sui 180 paesi analizzati.